Ad alcuni questa doppia spirale sembrerà una sorta di pista d’atterraggio per gli omini verdi, o magari un portale per un universo parallelo, o ancora un antico monumento ad una qualche divinità amante della simmetria e del design.
Ciò che in realtà è visibile nella desolazione desertica egiziana, a poca distanza dal Mar Rosso, è un’installazione artistica ambientale che ha attratto turisti e curiosi da quando è stata costruita, nel marzo del 1997.
L’installazione è stata realizzata da Danae Stratou, Alexandra Stratou e Stella Constantinides che hanno progettato e costruito quest’opera da 100 metri quadrati chiamata Desert Breath, per celebrare “il deserto come condizione mentale, un paesaggio della mente.”
Si tratta di due spirali, una con coni concavi, l’altra con coni convessi, ed al centro doveva esserci un piccolo lago, ma le recenti immagini su Google Maps mostrano che il lago si è prosciugato. L’intera struttura si sta infatti deteriorando per azione della sabbia desertica, cosa che in qualche modo rende l’installazione “uno strumento per misurare il passare del tempo.”