Vedere un intero continente spoglio di neve, nel bel mezzo della stagione invernale, non è una cosa che da tutti gli anni. Il clima cosi insolitamente mite e le temperature elevate di questo bizzarro mese di Febbraio stanno contribuendo a fondere gran parte del manto nevoso presente sui territori dell’Europa settentrionale e nord-orientale, fino a qualche settimana fa innevati. Ormai, a causa delle continue rimonte di aria molto mite, provenienti dalle latitudini sub-tropicali nord-africane e dal medio Atlantico, la neve che si era accumulata al suolo fra l’ultima decade di Gennaio e la prima settimana di Febbraio, è quasi del tutto sparita nelle grandi pianure dell’Europa orientale, cosi come su parte della Russia meridionale e del sud della Scandinavia. Persino nelle Repubbliche Baltiche, che a fine Gennaio avevano visto discreti accumuli, il manto nevoso è stato completamente fuso dalle temperature largamente positive dei giorni scorsi. Interi paesi, come la Polonia, la Bielorussia e l’Ucraina, fra i più grande d’Europa, sono rimasti interamente spogli di neve. Per l’Ucraina questo è stato uno degli inverni più miti e meno nevosi di sempre, secondo solo al terribile 2007. Ma nell’ultima settimana la neve è sparita anche sui vasti territori della Russia meridionale, cosi come nel sud della Carelia. Per ritrovare ancora un po’ di neve al suolo sulle pianure della Russia europea bisogna salire poco a nord delle città di Samara e Saratov, dove tutt’oggi resiste un sottile velo bianco, spesso dai 5 cm ai 10 cm. Solo la Scandinavia, la Finlandia e il settore centro-settentrionale della Russia europea rimangono le uniche aree ancora significativamente innevate del vecchio continente. Qui, soprattutto in Lapponia, sulla parte settentrionale della Finlandia e nel nord della Russia europea, il manto nevoso continua a presentare accumuli veramente importanti, con punte di oltre i 45-50 cm nel cuore della Lapponia, fra il nord della Norvegia e della Svezia, dove il campo termico, malgrado le frequenti ingerenze miti oceaniche da SO, continua a mantenersi attorno le medie del periodo, su valori largamente inferiori allo “zero termico”.
Quindi più che sufficiente per garantire precipitazioni nevose fino al piano. Ma tanta neve fresca, ormai ghiacciata, resiste anche sul nord della Russia europea, in particolare nella regione attorno la catena montuosa degli Urali e lungo la costa artica russa, che si affaccia fra il mar Bianco e il mare di Barents. Nella città di Vorkuta lo spessore del manto nevoso ha superato i 30 cm, mentre in altre aree dell’estremo nord della Russia europea, gli accumuli di neve al suolo avrebbero superato pure i 30-35 cm. Questo manto nevoso depositato sul terreno, sta contribuendo a produrre un buon effetto “Albedo” che sta generando delle buone inversioni termiche lungo buona parte del bassopiano Sarmatico, dove i termometri scendono anche sotto la soglia dei -10°C -15°C. Ciò sta mantenendo, nei bassi strati, un solido “cuscinetto d’aria gelida”, molto duro da scalfire, che anche nelle prossime settimane contribuirà a mantenere le temperature su valori abbondantemente inferiori agli +0°C su gran parte del territorio russo, specie lungo l’area degli Urali e il settore più nord-orientale, vicino i confini con la Siberia occidentale.