La regione attiva AR1967 ha scatenato un potente brillamento di classe X4.9 all’1:49 della scorsa notte. L’evento rappresenta il più intenso flare del 2014 e il terzo più forte del ciclo solare in corso. Nonostante l’intensità del brillamento, che ricordiamo, è tra gli eventi più intensi del sistema solare, i suoi effetti sono mitigati dalla posizione della macchia solare nei pressi del lembo sud-orientale del Sole. Ciò determina la dispersione nello spazio dell’imponente espulsione di massa coronale (CME) in espansione a quasi 2000 chilometri al secondo. Se una tale nube fosse in rotta verso il nostro pianeta, si sarebbe dovuto preventivare il verificarsi di imponenti tempeste geomagnetiche, capaci di creare seri e vasti blackout elettrici e interferenze nelle comunicazioni satellitari, radar e GPS. Tuttavia, l’eruzione sembra essere lontana dalla direttrice Sole-Terra e nella “peggiore” delle ipotesi si limiterà a sfiorare il nostro campo magnetico, determinando qualche aurora polare. L’area da cui è scaturito l’evento è in fase di decadimento, trattandosi della sua terza rotazione intorno all’asse della nostra stella. Ha già prodotto ulteriori brillamenti nei suoi transiti precedenti, anche se in pochi si attendevano un evento così intenso. Per tradizione le macchie solari vengono numerate ad ogni transito, pur trattandosi delle stesse regioni attive, ragione per cui la nuova designazione di AR1967 sarà AR1990.