Come previsto nei giorni scorsi intensi venti di libeccio, in queste ore, stanno investendo le regioni centro-settentrionali italiane, con raffiche che a tratti superano pure la soglia dei 70 km/h. Dopo aver scavalcato la dorsale appenninica, i venti di libeccio si presentano sotto forma di forti raffiche di “garbino” lungo le vallate di Marche, Abruzzo e Molise, con punte di oltre i 60-70 km/h. Ma localmente, a causa dell’incanalamento orografico e della disposizione delle isobare quasi in parallelo con l’orientamento delle principali vallate, le raffiche di caduta dalle vette dell’Appennino superano picchi di oltre i 90-100 km/h. In questo momento a Lagonegro, la locale stazione meteorologica, gestita dall’Aeronautica Militare, sta registrando forti raffiche di caduta da Sud che spirano con picchi superiori ai 110-120 km/h. Come capita sovente, in presenza di impetuose libecciate in quota (soprattutto a 850 hpa), sui crinali appenninici si possono innescare dei deflussi d’aria particolarmente forti, in grado di attivare violente raffiche di caduta, che esacerbate dall’”effetto di caduta” e dall’incanalamento orografico nelle principali vallate, possono toccare velocità veramente estreme, fino a 140-150 km/h, ma localmente si può agevolmente oltrepassare tale soglia senza alcun problema. Non è un caso se proprio lo scorso 28 Ottobre 2012, nel paese marchigiano di Frontone (particolarmente esposto alle fortissime raffiche di caduta dall’Appennino), venne registrata un’altra potente raffica di ben 79 nodi da 180°, ossia 146 km/h da Sud. Una delle raffiche più forti registrate in Italia dalla rete delle stazioni automatiche in gestione all’Aeronautica Militare.