Con l’arrivo del più fresco Monsone invernale di NE piogge, rovesci e temporali non danno tregua agli arcipelaghi indonesiani e all’isola del Borneo. Difatti l’aria secca e molto fresca, proveniente dall’entroterra indo-cinese (masse d‘aria di origine continentale spinte verso le latitudini meridionali dal possente anticiclone tibetano), durante il suo passaggio obbligatorio sopra le calde acque superficiali del mar Cinese Meridionale, tende a riscaldarsi notevolmente e ad umidificarsi nei bassi strati, raggiungendo così le coste orientali della penisola di Malacca e i versanti settentrionali dell’arcipelago indonesiano come un vento molto umido e instabile che porta con se tanti nuvoloni carichi di piogge e temporali che possono divenire molto persistenti, specie nelle aree direttamente esposte al flusso da N-NE. In alcuni casi, come nella costa settentrionale del Borneo, la congeniale disposizione orografica, con la massima elevazione rappresentata dai 4095 metri del monte Kinabalu (la vetta più elevata di tutto il sud-est asiatico), riesce a bloccare le grandi nuvole addossate dal flusso monsonico nord-orientale, favorendo precipitazioni molto intense nelle aree sopravento, dove cresce rigogliosa la foresta pluviale. Nei giorni scorsi forti rovesci di pioggia e violenti temporali hanno infestato gran parte del Borneo. In alcuni casi i fenomeni sono stati così forti da dare luogo persino a delle grandinate in piena area equatoriale.
Un evento un po’ inconsueto, ma non poi così tanto raro, anzi. Addirittura ieri, nella città di Kota Kinabalu, si è scatenato un formidabile temporale che è stato accompagnato persino da rovesci di grandine di piccole e medie dimensioni. La grandinata è stata talmente forte da lasciare persino dei momentanei accumuli al suoli, poi subito sciolti, nel giro di pochi minuti, dal clima caldo e umido equatoriale. Durante la fase temporalesca la visibilità orizzontale, registrata dalla stazione meteorologica del locale aeroporto, è scesa sotto 1 chilometro. Al contempo, mentre su Kota Kinabalu infuriava il temporale grandinigeno, nell’interno del Borneo, a Keningau, a 300 metri di quota, il termometro è sceso a +15.8°C, facendo registrare una dei valori più bassi degli ultimi anni per le aree interne dell’isola del Borneo. Difatti, da almeno 30, nelle zone interne del Borneo non si registravano temperature inferiori ai +16°C a bassa quota. Keningau presenta dati fin dal 1976, quindi una serie non proprio molto corta. Sta di fatto che dal 1976 non aveva mai registrato una temperatura minima giornaliera sotto i +15.8°C. Ma bisogna pure considerare che prima ci sono state ondate di freddo più intense, anche se magari ora la differenza con la costa è decisamente maggiore per il mare molto più caldo, rispetto agli anni 60-70.
Quindi magari ora abbiamo +3°C in più sulla costa che negli eventi freddi degli anni 50-60, mentre nelle zone più interne la differenza può essere magari della meta. Come detto non è la prima volta che si realizzano dei temporali di grandine in piena area equatoriale. Il Borneo è una delle zone più avvezze a questo particolare tipo di fenomeno. Infatti le infiltrazioni di aria fresca e secca, di origine continentale, che affluiscono in quota, in seno alla circolazione monsonica invernale da NE (tra Dicembre e Marzo), quando scivolano a latitudini estremamente basse, vicino all’equatore geografico, sopra la famosa aria calda e umida equatoriale (che staziona quasi tutto l’anno nei pressi dell’equatore), possono determinare delle marcate condizioni di instabilità atmosferica, con l’attivazione di violentissime correnti ascensionali (moti convettivi), esaltate da notevoli “gradienti termici verticali“ che si estendono a tutta la fascia della troposfera. Le forti correnti ascensioni molto spesso favoriscono la formazione di imponenti Cumulonembi temporaleschi, molto pericolosi soprattutto per la navigazione aerea, in grado di gonfiarsi ben oltre il limite della stratosfera (il limite massimo di propagazione dei moti convettivi) che in zona equatoriale si attesta intorno i 18 chilometri di altezza. Delle vere e proprie torri di vapore che possono dare la stura a fenomeni particolarmente estremi e alle volte pericolosi per le popolazioni locali.