Roma è a rischio default. L’enorme buco nei conti pubblici è tale che se entro poche ore non verranno presi provvedimenti, a marzo potrebbero saltare servizi vitali per il funzionamento di una città, a partire dai mezzi pubblici e dalla raccolta della spazzatura.
È quanto ha affermato oggi il sindaco Marino, che in due interviste a La Stampa e a la Repubblica ha affermato di esser pronto a lasciare la sua carica di sindaco se il governo non si muoverà immediatamente: “se il mio compito dev’essere licenziare 4mila dipendenti comunali, vendere Acea ai privati, liberalizzare trasporti e rifiuti (…), allora dovrà occuparsene un commissario liquidatore, non io”, ha affermato. Per poi aggiungere in una intervista a Radio 24 che “a marzo non ci saranno i soldi per i 25mila dipendenti del Comune, per il gasolio dei bus, per tenere aperti gli asili nido o raccogliere i rifiuti e neanche per organizzare la santificazione dei due Papi, un evento di portata planetaria”. Senza il Salva-Roma, il decreto legge che dovrebbe salvare appunto la situazione attraverso una legge dello Stato, Marino ha detto che è pronto a bloccare la città. Le sue affermazioni non sono piaciute al neopremier Matteo Renzi, che ha detto di essere al lavoro per trovare una soluzione. Ma proprio ieri l’appena nato governo aveva ritirato il decreto dopo l’ostruzionismo delle opposizioni, ponendo la situazione sull’orlo del precipizio.
La situazione criticissima delle casse del Comune di Roma viene da lontano, ma è esplosa nell’ultimo anno, quando sono venuti a galla enormi buchi accumulatisi durante l’amministrazione Alemanno.