Il tumore della cervice uterina è un cancro della sfera genitale femminile che colpisce la parte più esterna dell’utero (detta anche collo o portio), quella facilmente esplorabile tramite una visita ginecologica. E’ dovuto ad una moltiplicazione incontrollata di alcune cellule situate a livello della giunzione squamo-colonnare che si trasformano in maligne e quasi la metà dei casi si presenta in donne comprese tra i 35 e i 55 anni.
CAUSE: In Italia ogni anno sono diagnosticati 3200 nuovi casi di tumore della cervice uterina e oltre 1500 donne muoiono a causa di questa malattia, dovuta principalmente ad un’infezione da Papilloma Virus Umano (HPV), in particolare di tipo 16 e 18, che si trasmette durante l’attività sessuale, provocando la formazione di papillomi, piccoli tumori benigni noti come verruche. Tra i principali fattori di rischio del tumore al collo dell’utero: l’inizio precoce dell’attività sessuale (durante la prima adolescenza, che termina all’incirca col compimento del sedicesimo anno d’età), elevato numero di partner sessuali (più di 3) o partner singolo che ha vissuto diversi rapporti promiscui (partner a rischio), giovane età alla prima gravidanza, scarsa igiene, fumo di sigaretta, altre malattie sessualmente trasmesse (infezioni da Clamidia e da herpesvirus), insufficienza immunitaria che può dipendere da una concomitante infezione da HIV (virus dell’AIDS), da un precedente trapianto o da una malattia come il linfoma di Hodgkin. Per quanto concerne il Papilloma Virus Umano, durante un rapporto sessuale in cui uno dei due partner è infetto, il contatto fisico tra i genitali può permettere la trasmissione del virus e il contagio può avvenire anche utilizzando il preservativo, poiché le zone colpite possono trovarsi anche al di fuori dell’area coperta dal profilattico.
SINTOMI: Negli stadi precoci, il cancro del collo dell’utero non causa dolore o altri sintomi. Il sintomo più ricorrente del cancro della cervice è una perdita ematica vaginale anomala che si verifica, ad esempio, nell’intervallo tra due mestruazioni o dopo un rapporto sessuale. Spesso si riscontra anche leucorrea (secrezioni di liquido biancastro dalla vagina) e fastidio durante il coito, odore forte e sgradevole. Le donne in età post-menopausale possono notare la ricomparsa di nuove perdite ematiche vaginali. I flussi mestruali possono essere più abbondanti, durare più a lungo del normale. Se il cancro si è diffuso ormai ai tessuti vicini, i sintomi possono comprendere difficoltà a urinare, talvolta blocco renale, dolore nell’urinare, sangue nelle urine, mal di schiena sordo o gonfiore alle gambe, diarrea, dolore o sanguinamento del retto durante la defecazione, affaticamento, perdita di peso e appetito e sensazione di malessere. Se il sanguinamento anomalo, le perdite vaginali o qualsiasi altro sintomo durano più di due settimane, bisogna rivolgersi al medico, senza pudori e imbarazzo. DIAGNOSI: Il cancro della cervice uterina evolve di solito lentamente e prima che venga rivelata la presenza di cellule tumorali, i tessuti della cervice vanno incontro a modificazioni strutturali (displasia), generalmente rilevabili al Pap test, eseguito dal ginecologo strisciando una spatola o un bastoncino di legno sulla superficie esterna della cervice per prelevare alcune cellule. Il test è assolutamente indolore, ma si può avvertire una sensazione di pressione. Se il ginecologo accerta la presenza di cellule anomale, esegue la biopsia. Se è necessario asportare una porzione più ampia di tessuto, è necessario un breve ricovero per la conizzazione.
CURA:Il chirurgo può rimuovere il tumore con diverse tecniche: criochirurgia (grazie all’azione necrotizzante di temperature molto basse che distruggono le cellule tumorali); laserchirurgia (fascio di luce intensa per distruggere le cellule tumorali); conizzazione, usata anche per prelevare un campione di tessuto per la biopsia (asportazione della porzione di cervice in cui è localizzato il tumore, intagliandola a forma di cono); LEEP-escissione elettrochirurgica (scosse elettriche che bruciano il tumore), isterectomia (asportazione dell’utero e della cervice insieme al tumore); isterectomia radicale (asportazione totale della cervice, dell’utero e di parte della vagina con dissezione linfonoidale, ossia con asportazione dei linfonodi); eviscerazione (limitata a casi molto rari, in cui il tumore si è diffuso oltre la cervice e l’apparato genitale ( asportazione della porzione inferiore del colon, del retto o della vescica, oltre a quella di cervice, utero e vagina); radioterapia interna o esterna (radiazioni ad alta frequenza che distruggono cellule neoplastiche e riducono le dimensioni del tumore); chemioterapia (che distrugge le cellule tumorali attraverso la somministrazione di farmaci per bocca, in compresse, oppure iniettati per via endovenosa o intramuscolare. PREVENZIONE: Limitare il numero di partner sessuali e cercare di evitare rapporti con persone a rischio restano due consigli utili per la prevenzione, anche se la strategia vincente in questo senso si basa sull’effettuazione dei controlli ginecologici regolari.