Geologi: “No al mercato selvaggio degli appalti pubblici”

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ordinedeigeologidellatoscana«Questo non è un mercato libero, ma selvaggio». Non lasciano dubbi sull’interpretazione, le parole con le quali la presidente dell’Ordine dei Geologi della Toscana, Maria Teresa Fagioli, definisce la situazione degli appalti pubblici, in Toscana e in Italia. Una legge da rivedere in quanto al momento purtroppo lascia fuori dal mercato vero un grande numero di professionisti italiani, taglia fuori i giovani e non dà garanzie di qualità sui lavori. «Oggi è un mercato sempre più difficile, c’è la crisi e le possibilità di lavorare si sono ristrette», continua Fagioli. «Le leggi ci sono ma sono lacunose, non ci sono standard dopo che sono state abolite le tariffe. E in tutto questo quella che ci rimette è la professionalità. Troppo spesso si pone attenzione solo all’aspetto economico, siamo arrivati all’assurdo di un Comune siciliano che ha emesso un bando per geologi ad importo zero; solo rimborso spese. Per questo chiediamo che sia messo un freno. E crediamo che la soluzione si chiami sinergia, studi multidisciplinari dove i vari professionisti lavorano realmente insieme alla realizzazione di progetti».

presid_geologi_toscana_maria_teresa_fagioliPer la prima volta tutti insieme. Di problemi di accesso al mercato dei lavori pubblici, difficoltà per i neolaureati, di crisi dell’edilizia, ma anche di rischio idrogeologico e messa in sicurezza degli edifici se ne è parlato in Focus che si è tenuto a Firenze presso l’auditorium della Banca Cr Firenze e che per la prima volta ha visto tutti insieme architetti, agronomi, geologi e ingegneri della Toscana. «Dobbiamo lavorare tutti insieme per rispondere al mercato, ma anche per fare massa critica», ha commentato la presidente Fagioli. Un concetto ripreso anche da Elvio Cecchini, coordinatore della federazione toscana degli Architetti. «Vogliamo mettere a sistema i problemi simili, legati alla professione, ai progetti». Per Cecchini «c’è da lavorare sulle norme e sui regolamenti che i professionisti usano, ma che altri scrivono. C’è un problema di regole, c’è un problema di qualità dei lavori che da queste regole vengono fuori».

Solo l’1,4% dei professionisti lavora con gli appalti. Tra i problemi discussi durante il Forum, quello dell’impossibilità dei giovani di partecipare alle gare di appalto. «I giovani, ma anche quelli già sul mercato, che non abbiamo certi requisiti di fatturato e non abbiamo cinque dipendenti, non possono partecipare alle gare. Per questo dobbiamo aprire il mercato dei lavori pubblici», ha evidenziato Rino La Mendola, del collegio degli Architetti. «Dai dati dell’agenzia delle Entrate emerge che in Italia ci sono 141.617 contribuenti tra architetti, geologi, ingegneri. Solo 1.983 hanno più di 5 dipendenti, ovvero solo l’1,4% dei professionisti può partecipare a gare. Per questo chiediamo che siano riveste le norme».

Ma più ribassi all’accesso, un software calcola il valore di un lavoro. E poi c’è la questione dei ribassi d’asta. «Il decreto 143, decreto parametri, vuole evitare che il Rup, responsabili unico del procedimento, si alzi una mattina e decida lui quanto debba costare un lavoro e su questo indire il bando di gara. Ci sono dei parametri da rispettare», ha sottolineato Paolo De Santi, presidente della federazione toscana degli Ingegneri. «Per questo a livello nazionale abbiamo messo a punto un software, facile e intuitivo, che vogliamo distribuire con un cd a tutto gli enti pubblici, con il quale si calcola il costo di un appalto. Inoltre, per il codice appalti, il ribasso non può essere il massimo, ma deve essere indicato sempre un massimo che si può accettare». L’iniziativa di stamani a Firenze, «aveva anche lo scopo di informare su questo e invitare professionisti e enti pubblici a utilizzare il codice appalti e il decreto parametri».

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