L’ambizione massima della razza umana: il viaggio interstellare

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Voyager 1In un certo senso, l’impresa di inviare sonde verso le stelle è già cominciata. La sonda Voyager della NASA naviga nello spazio interstellare, Pioneer 10 ha oltrepassato i pianeti conosciuti nel 1983, ma all’attuale velocità di 11 Km al secondo, se si trovasse nella direzione giusta impiegherebbe circa 100.000 anni per raggiungere la stella più vicina. Ognuna di queste sonde, tuttavia, porta una targa che ne indica la provenienza. Per compiere una missione in un ragionevole periodo di tempo, un’astronave dovrà viaggiare a una frazione significativa della velocità della luce. I razzi attuali, limitati da una velocità molto bassa di pochi Km al secondo, raggiungono solo 1/20.000 della velocità della luce. I razzi nucleari, che sfruttano l’energia liberata da reazioni di fusione nucleare, potrebbero riuscire a raggiungere una velocità mille volte più alta; motori di questo tipo saranno forse costruiti in futuro. Si avrebbe così la possibilità di inviare sonde verso le stelle a circa un decimo della velocità della luce. Lo studio più dettagliato di astronave interstellare finore prodotto è il Progetto Daedalus della società Interplanetaria Britannica, che prevede un volo snza equipaggio fino al sistema della Stella di Barnard, ad un ottavo della velocità della luce e della durata di 50 anni.

Credit: FORS Team, 8.2-meter VLT Antu, ESO
Credit: FORS Team, 8.2-meter VLT Antu, ESO

La nave verrebbe spinta da un razzo nucleare ad impulsi, nel quale minuscole palline di deuterio e di elio 3 verrebbero fatte detonare in esplosioni termonucleari in minature bombardandole con elettroni o raggi laser. Un ritmo di 250 detonazioni al secondo assicurerebbe un’accelerazione uniforme. La nave, a due stadi, peserebbe al lancio 54.000 tonnellate, di cui 50.000 di propellente; oltre a 30.000 tonnellate di elio 3 che dovrebbero venire estratte dall’atmosfera di Giove. Che questa missione venga intrapresa o no, il principio del razzo nucleare ad impulsi appare valido e la sua tecnologia è solo un’estensione di quella già esistente. Se esistono altre civiltà, in qualunque momento potremo individuare i loro segnali; se poi hanno intrapreso viaggi interstellari, con l’esplorazione sistematica del sistema solare si potrebbe scoprire qualche loro manufatto. Ma se la vita intelligente esiste solo sulla Terra, sicuramente il compito della razza umana è di salvaguardare e propagare il fenomeno dell’intelligenza e di esplorare per intero l’universo nel quale viviamo.

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