Centrali nucleari e vulcani: Sendai sfida il Sakurajima

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nuclear_power_plant_vs_the_volcano_-_sendai_vs_sakurajima_-_may_2014A 50 chilometri dalla centrale nucleare di Sendai, gestita dalla Kyushu Electric Power Company, nel sud-ovest del Giappone, il vulcano Sakurajima ricorda al paese del Sol levante la sua origine vulcanica. E mentre l’operatore della centrale mira a riavviare i reattori nucleari ormai inattivi, una forte eruzione riporta all’attenzione sui pericoli derivanti da questa forma di energia. Ora, nuove norme di sicurezza fissate dal Nuclear Regulation Authority (NRA) nel 2013, richiedono alle società elettriche di prendere in considerazione le possibili influenze dei vulcani situati entro un raggio di 160 chilometri dalle centrali nucleari. Per arrivare a questi parametri gli operatori hanno esaminato 39 diverse eruzioni vulcaniche. Per quanto riguarda la cenere vulcanica, si è concluso che essa potrebbe ricoprire l’area sino ad un’altezza di 15 cm. Uno spessore di tutto rispetto, considerando che anche pochi mm potrebbero comportare seri problemi a veicoli e lavoratori. La mancanza immediata di acqua per il raffreddamento degli stessi reattori comporterebbe seri pericoli per i residenti. Per non parlare delle eruzioni catastrofiche, che in Giappone si verificano una volta ogni 6000 anni. Ma quest’ultima ipotesi è presa con una certa sufficienza, dal momento che nessuno sa realmente quando accadrà la prossima. Uno dei rischi principali durante le eruzioni sono i flussi piroclastici, capaci di distruggere tutto ciò che incontrano lungo il cammino, sino ad oltre 100 chilometri dal cratere sommitale. Del resto è bastato un semplice terremoto, seppur di magnitudo elevatissima, per vincere facilmente rispetto alle norme di sicurezza adottate per la centrale nucleare di Fukushima. Ciò significa che per prevenzione le centrali nucleari non dovrebbero mai esistere nei pressi di potenziali pericoli naturali. I gestori degli impianti si difendono affermando che il tempo di ritorno di tali eventi sia di almeno 1000 anni. Ma allo stato attuale la scienza può realmente garantire che il Giappone non vedrà nessun altro cataclisma nei prossimi 10 secoli? Effettivamente qualche dubbio resta.

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