Terremoti e fracking, proseguono le scosse sismiche in Oklahoma: sismicità naturale o indotta?

MeteoWeb

oklahomaLa terra in Oklahoma non smette di tremare. Il sito dell’USGS, il servizio geologico statunitense dove vengono riportate le scosse sismiche di tutto il mondo in tempo reale, mostra da mesi un raggruppamento di eventi sismici nello stato centro-meridionale degli USA. Mai prima di ora (almeno a memoria storica) lo stato federale aveva sperimentato una tale attività sismica.

Lontana migliaia di chilometri dai più vicini margini tettonici e da apparati vulcanici antichi, l’ubicazione dei terremoti è da anni oggetto di ipotesi sulla loro causa. Mentre si moltiplicano le voci dissonanti degli esperti. Da una parte ci sono gli inviti alla calma, perché l’attività sismica “è del tutto normale per l’area”. Dall’altra ci sono i rapporti (anche autorevoli, come quello del servizio geologico dell’Oklahoma e dell’USGS) che ipotizzano (pur senza confermarla) una relazione fra la tecnica del fracking e l’aumento delle scosse sismiche. L’aumento infatti, è innegabile. La relazione molto più difficile da confermare scentificamente. Inoltre gli interessi economici legati alle estrazioni sono molto importanti, e questo influisce senza dubbio.

fracking_1Negli ultimi tre anni la frequenza delle scosse è stata nettissima rispetto ai decenni anteriori. Inoltre ad aumentare le perplessità è anche la disposizione degli epicentri: non sono raggruppati in una zona ristretta, come avviene solitamente, ma estesi ad un’area ampia diverse centinaia di chilometri quadrati. Ogni giorno vengono registrati terremoti di magnitudo anche superiore a 3.0, con epicentri talvolta distanti anche più di 100 km.

L’Oklahoma è uno degli stati americani in cui negli ultimi anni si è praticata maggiormente la tecnica della fratturazione idraulica, chiamata in inglese “fracking”, ed è proprio questa la tecnica sotto accusa.

Si tratta di una forma di estrazione di idrocarburi chiamata “non convenzionale” perché invece di prelevare gas e petrolio attraverso la semplice perforazione di pozzi, punta alla fratturazione delle rocce situate in profondità nel sottosuolo per liberare le particelle di idrocarburi che si trovano intrappolate al loro interno. Giacimenti in cui gli idrocarburi siano disponibili con “facilità” sono ormai in forte riduzione, e così questa tecnica si sta estendendo sempre più. Per compiere questa fratturazione vengono iniettate nel sottosuolo enormi quantità di acqua o altri liquidi in pressione, ed è proprio questa tecnica che, in alcuni casi, può portare ad una accelerazione nel movimento delle faglie, e ad un aumento dell’attività sismica. Un altro risvolto del fracking è quello della contaminazione dei suoli e delle falde idriche. Anche per questo la pratica della fratturazione idraulica sta ricevendo forti contestazioni in tutto il mondo, e in Europa è ancora molto limitata dalle leggi ambientali.

Intanto i terremoti non si sono fermati neanche oggi: il più forte, segnalato dall’USGS, ha avuto magnitudo 3.0 ed è stato localizzato a circa 8 km da Pawnee, sempre nell’Oklahoma.

Condividi