Ridare spazio all’agricoltura: “Dobbiamo far riemergere dal territorio la sua capacità di produzione di ricchezza”

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agricoltura“Dobbiamo far riemergere dal territorio la sua capacità di produzione di ricchezza. Se avessimo coltivato interamente a cereali i 70 ettari di suolo perso ogni giorno, avremmo goduto di una produzione di 450.000 tonnellate nel periodo 2009-2012, con un ricavo esclusivamente economico di 90 milioni di Euro e la conseguente diminuzione della dipendenza italiana dalle importazioni di cereali”. Lo ha affermato Gian Vito Graziano, Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi che domani interverrà alla Conferenza Nazionale delle acque irrigue in programma a Roma.

Invece continuiamo ad impermeabilizzare ed a far perdere ai nostri terreni la loro capacità di ritenzione idrica, con le conseguenti immense difficoltà di dover gestire quantitativi sempre maggiori di acqua che può più infiltrarsi. La perdita di capacità di ritenzione dovuta all’impermeabilizzazione giornaliera dei 70 ettari di suolo è stimata in quasi 100 milioni di tonnellate d’acqua all’anno”.
Ne deriva, è sin troppo evidente, che quei paradigmi che stavano alla base dell’espansione e della trasformazione urbana non sono più validi – ha concluso Graziano – per cui è necessario modificare, ed in modo radicale, le politiche per il territorio, secondo un approccio che non deve più mantenere distinte le scelte urbanistiche da quelle ambientali. La sbornia di cemento ha comportato dal 2009 al 2012 l’immissione in atmosfera di 21 milioni di tonnellate di CO2, pari all’introduzione nella rete viaria di ulteriori 4 milioni di utilitarie (l’11% dei veicoli circolanti nel 2012), con una percorrenza di 15.000 km/anno, con un conseguente costo complessivo stimato intorno ai 130 milioni di euro (cfr. Rapporto ISPRA sul consumo di suolo, 2012).
Uno studio del Central Europe Programme, secondo il quale un ettaro di suolo consumato comporta una spesa di 6.500 euro solo per la parte relativa al mantenimento e la pulizia di canali e fognature, stima che il costo della gestione dell’acqua non infiltrata in Italia dal 2009 al 2012 sia intorno ai 500 milioni di Euro.
Si tratta insomma di rimettere in discussione l’intero concetto di territorio, valutando in termini di bilancio ambientale le risorse disponibili e quelle necessarie per la crescita. Un territorio che dovrà essere trattato nella sua complessità di spazi urbani ed extraurbani, con diverse densità e modalità di uso del suolo e di spazi naturali e seminaturali, dove alle principali funzioni insediative urbane devono aggiungersi quelle più prettamente rurali”.

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