Salute: il rischio di morte aumenta se l’infarto colpisce di notte

MeteoWeb

CUORE GIOVANE - CopiaL’orario di arrivo in ospedale con un grave infarto in atto influenza non poco le chance di sopravvivenza del paziente: sfavorito, con un rischio di morte del 13% maggiore, e’ chi arriva al pronto soccorso di notte e nei periodi di vacanza e, come gia’ si sapeva, durante il week end. Lo afferma un grosso studio sulla rivista Circulation: Cardiovascular Quality and Outcomes. Il motivo, spiegano gli autori, e’ che i pazienti ricoverati di notte non sono trattati abbastanza tempestivamente con l’angioplastica per riaprire i vasi bloccati e ridare ossigeno al cuore. Il ritardo nell’inserimento del palloncino per riaprire i vasi, spiega Jorge Saucedo, co-direttore del Cardiovascular Institute presso la Northshore University Health System ad Evanston, si verifica perche’ in quegli orari lo staff medico e’ ridotto. La ricerca, che ha confrontato l’esito di 27.270 pazienti con grave infarto arrivati in ospedale in normali orari di lavoro e 15.972 pazienti con la stessa condizione giunti invece di notte o nei week end o in periodi di festa, mostra chiaramente che quando non si accede in pronto soccorso di giorno e durante la settimana il rischio di morire per infarto aumenta del 13%. Mostra inoltre che il trattamento riservato ai pazienti e’ simile per quanto riguarda tutti gli aspetti della presa in carico, per i farmaci somministrati, gli esami eseguiti, tranne che per le tempistiche di esecuzione dell’angioplastica. Nel bel mezzo della notte ci vogliono 72 minuti in media dall’arrivo del paziente per eseguirla, contro i 56 minuti se l’infarto viene di giorno. ”Il lasso di tempo che intercorre tra l’accesso in ospedale e l’esecuzione dell’angioplastica e’ di certo dovuto a problemi di personale” – spiega Saucedo.

Condividi