Alluvione in Sardegna: dopo 9 mesi Olbia si sente abbandonata

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olbia3A nove mesi dall’alluvione che il 18 novembre scorso ha devastato la Sardegna, e in particolare il nord dell’isola, dove sono state 13 le vittime, a Olbia il sentimento diffuso e’ l’abbandono. Una sensazione palpabile oggi durante una conferenza stampa tenuta dall’amministrazione comunale alla quale hanno preso parte anche cittadini indignati. Dopo mesi di lavoro, la conta dei danni e’ stata completata: si aggirano intorno ai 122 milioni di euro gli interventi per mettere in sicurezza il territorio dal rischio idrogeologico e altri 100 milioni per il ristoro dei cittadini: sono questi i numeri forniti dal sindaco Gianni Giovannelli e che sono stati inseriti in una lettera indirizzata al premier Matteo Renzi e al presidente della Regione Francesco Pigliaru, con le richieste avanzate dall’amministrazione comunale di Olbia. Ma a nove mesi dall’alluvione dei fondi promessi per il territorio si e’ visto ben poco: sono 5 i milioni di euro, 3 milioni dalla Regione e dal Governo, promessi ma non ancora liquidati. “Una goccia nell’oceano”, ha detto il sindaco. “Sono pari a zero i soldi arrivati dal Governo – ha aggiunto – per i cittadini non e’ arrivato nulla se non le donazioni private canalizzate dalle associazioni di volontariato. Quel che preoccupa e’ che non vi e’ stato un provvedimento mirato per il ristoro dei cittadini”. Questa mattina nella sala consiliare di Poltu Quatu si e’ tenuto un incontro nel quale si e’ discusso degli interventi da eseguire. “I rappresentanti della Croce Rossa e della Protezione civile, attivati dalla Presidenza della Giunta regionale – ha spiegato Giovannelli – stanno definendo criteri che vorrebbero utilizzare per il riparto dei contributi, di cui discuteremo a breve. La Croce Rossa dovra’ invece decidere quanto attribuire a ciascun Comune coinvolto nell’alluvione e, soprattutto, quali criteri seguire per aiutare i cittadini”. Alla conferenza stampa erano presenti anche il deputato del Pd, Gian Piero Scanu, i consiglieri regionali Giuseppe Fasolino e Giuseppe Meloni, i consiglieri comunali di Olbia, alcuni rappresentanti dei comitati di quartiere e dei cittadini colpiti dall’alluvione. Particolarmente critica e’ stata la posizione del deputato gallurese, che e’ anche consigliere comunale di maggioranza. “Se l’azione politica si adegua alle pantofole anziche’ ai gambali – ha detto Sacnu – abbiamo sbagliato calzature. Perche’ la politica, negli ambiti democraticamente consentiti, e’ lotta e ribellione. Davanti a questi drammi dobbiamo dire la verita’ e renderci conto delle inadeguatezze e convertire questa presa di coscienza in una forza propulsiva da esercitare nei confronti di Regione e Governo, perche’ non si possono avere “governi amici” e subire dei condizionamenti”. “Forse – ha ammesso Scanu – non siamo stati capaci di esplicitare i termini del dramma che questa citta’ ha vissuto il 18 novembre scorso. Faccio autocritica e riconosco che la classe politica olbiese, quindi l’amministrazione comunale, la giunta, il consiglio, il sindaco, non hanno fatto quanto avrebbero dovuto; non e’ sufficiente scrivere lettere se poi a queste non segue una proposta politica forte e concreta”, ha concluso.

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