Polemiche sul consiglio di aborto in caso di figli down: “la scienza non lavori contro l’uomo”

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sindrome-down-alterazione-cervelloSarebbe, allora, morale selezionare i bambini?“. Lo domanda senza nessuna retorica Fabrizio Azzolini, presidente dell’Age (associazione nazionale genitori), commentando il “suggerimento” dello scienziato britannico Richard Dawkins che alle madri in attesa di un figlio con la sindrome di Down consiglia di abortire perche’ farlo nascere e’ “immorale“. La scienza “deve lavorare per l’uomo e non contro l’uomo- insiste Azzolini- Ogni vita ha diritto di nascere. La medicina, in particolare, ha il compito di curare e non di bypassare il problema attraverso la soppressione del concepito con difetti genetici. Ma accanto a una ricerca scientifica che lavorare per trovare una terapia e una cura alla Sindrome di Down, un distinto filone migliora la capacita’ della diagnosi per identificare i feti Down e, di fatto, non farli nascere.

SINDROME DOWN COP OKEppure, dalla letteratura medica degli ultimi vent’an­ni emerge che le ricerche sulla diagnosi prenatale del­la sindrome di Down sono almeno dieci volte superio­ri a quelle finalizzate a tro­vare i meccanismi della ma­lattia. Il problema, quindi, e’ scientifico oltre che etico”. Una situazione paradossale “perche’- prosegue Azzolini- si tratta si una condizione genetica molto comune. Si pensi che in Italia attualmente 1 bambino su 1.200 nasce con questa condizione e vivono Italia circa 38 mila persone con sindrome di Down di cui il 61% ha piu’ di 25 anni. Grazie allo sviluppo della medicina e alle maggiori cure dedicate a queste persone, la durata della loro vita si e’ molto allungata cosi’ che si puo’ ora parlare di un’aspettativa di vita di 62 anni, destinata ulteriormente a crescere in futuro. Eppure, in Italia e nel mondo le ricerche sulla trisomia 21 sono portate avanti da pochissimi gruppi. Tuttavia nell’ultimo anno si e’ compiuto un progresso determinante in questo campo grazie alle conclusioni di uno studio rivoluzionario pubblicato su Nature da un gruppo di ricercatori di tre diverse universita’ nordamericane, primo passo verso sviluppo di una ‘terapia cromosomica’ che spenga il cromosoma in piu’ responsabile della sindrome”.

SINDROME DOWN 3Come Age “nelle nostre associazioni, dove alcuni genitori hanno figli Down, facciamo quotidianamente esperienza delle vite piene e attive di questi ragazzi- dichiara il presidente dell’Age- E’ pero’ anche vero, purtroppo, che sia loro, che in generale tutte le persone con disabilita’ intellettiva o relazionale, sono ancora circondate da stereotipi e pregiudizi che spesso derivano dalla scarsa conoscenza che si ha su questi argomenti. Pregiudizi che colpiscono anche i genitori a cui viene diagnostica la nascita di un figlio con la sindrome di Down lasciati soli, anche dai medici. Neppure i medici, infatti, li sostengono almeno con una corretta, puntuale e aggiornata informazione scientifica sulla sindrome, le novita’ della ricerca. Senza negare fatica, difficolta’ e, anche, il dolore”. Infine “arrivare addirittura a scagliare- conclude Azzolini- l’anatema di ‘immorale’ a una famiglia che decide di accogliere un figlio Down e ‘consigliare’ loro di abortirlo e’ inaccettabile. Tanto piu’ se simili dichiarazioni arrivano da uno scienziato. E’ il chiaro sintomo di una societa’ senza valori etici, dominata dal relativismo culturale che conduce pericolosamente verso la selezione eugenetica. Ma in assenza di un valore etico, su cosa si fonda il criterio per stabilire chi debba far parte della razza geneticamente superiore autorizzata a eliminare quella geneticamente inferiore? Chi determina i requisiti per ammettere una persona nella ‘societa’ perfetta’? E chi garantisce i limiti di quei requisiti? E’ il dominio della cultura dello scarto. Ma siamo davvero sicuri che possa considerarsi migliore una societa’ composta da esseri umani geneticamente perfetti, in cui non ci sia piu’ bisogno di sperimentare alcun sentimento di amore, di carita’, di solidarieta’ nei confronti di soggetti deboli e indifesi, nella quale non sia piu’ necessario comprendere e accogliere chi appare fisicamente diverso?”.

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