Scie Chimiche, smontata anche la “prova inoppugnabile”: intervista esclusiva a Simone Angioni

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termorisataLa fantasia distruggerà il potere e una risata vi seppellirà” . Aveva, probabilmente, ragione Michail Bakunin…non c’è arma più temibile del senso del ridicolo. Soprattutto per quanto attiene la “scienza”. Oramai non passa giorno che non sia accompagnato da “avvistamenti” delle cosiddette “scie chimiche” le quali, secondo la più arguta delle teorie complottiste, sarebbero costituite da pericolose miscele di elementi chimici, principalmente polveri di bario ed alluminio e polimeri di silicio, rilasciate volontariamente in atmosfera con lo scopo di sperimentare la manipolazione dei fenomeni climatici.

Qualche giorno fa, ahimè, la mia attenzione è stata catturata dall’annuncio di uno dei più convinti sostenitori della teoria del complotto il quale, con tanto di presentazione in pompa magna, ha pubblicato l’ennesima “prova inoppugnabile” circa l’effettiva esistenza delle cosiddette “scie chimiche” per mezzo dell’inseminazione igroscopica: “…un altro dardo nel turcasso, ossia un’ulteriore, inoppugnabile dimostrazione che le scie che ogni giorno deturpano il cielo ed avvelenano la biosfera sono generate in modo intenzionale. Certi magistrati ed i negazionisti prendano nota…”.

A tale proposito, sempre mosso dal desiderio di conoscere la verità “senza paraocchi”, ho ritenuto opportuno ascoltare il parere di un esperto. Il Dott. Simone Angioni, ricercatore presso l’Università degli Studi di Pavia, fondatore di Scientificast.it , indagatore del mistero e consulente scientifico del Cicap, ci illumina circa l’effettiva validità della cosiddetta “PROVA INOPPUGNABILE”.

angioniQuando si ha a che fare con i sostenitori della teoria delle scie chimiche – afferma il Dott. Angioni – è facile scontrarsi con frasi come “ecco l’ennesima prova” oppure “finalmente la dimostrazione definitiva” seguita da un accozzaglia di dati confusi e mal riportati che, nei fatti, non dimostrano proprio nulla. 
Sì, perché ad oggi, dopo 20 anni dalla comparsa delle prime affermazioni sulle scie chimiche, non esiste una sola prova a sostegno di questa ipotesi. Nonostante ciò questa leggenda metropolitana gode di ampia popolarità. Nel caso non la conosceste vi invito ad approfondire con articoli come questo (https://www.meteoweb.eu/2012/05/come-nasce-e-come-si-smonta-la-bufala-delle-scie-chimiche/133556/) o questo (http://www.scientificast.it/2014/04/14/il-meteo-it-la-scienza-dopinione/)”
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Qualche giorno fa uno dei più prolifici e convinti sostenitori della teoria del complotto ha pubblicato l’ennesima “prova inoppugnabile” nella quale vengono inquadrate delle nubi e delle scie con una termocamera. La “prova definitiva” consisterebbe nel fatto che lo strumento, con portata massima 3 km, riuscirebbe ad inquadrare e misurare la temperatura delle scie. Tale temperatura sarebbe troppo elevata perché si tratti di comuni scie di condensazione. In effetti le scie bianche degli aerei sono note da 100 anni e sono causate dalla condensazione dell’acqua proveniente dallo scarico dei motori quando, ad alte quote, la temperatura è sufficientemente bassa. La dinamica e le condizioni di formazione di tali scie sono state oggetto di numerose pubblicazioni scientifiche e dipendono da moltissime variabili. Il video, tuttavia, mostrerebbe scie di condensazione a 3 km di quota con temperature prossime allo zero, condizioni troppo diverse da quelle previste in letteratura per la formazione di scie di condensazione”.

Si tratta quindi finalmente di una prova a sostegno delle irrorazioni clandestine di sostanze chimiche? Purtroppo per i sostenitori del complotto, no!

Le termocamere sono strumenti costosi e molto delicati il cui utilizzo richiede una certa competenza. termo2Si tratta di telecamere in grado di raccogliere la radiazione infrarossa e, tramite un complesso algoritmo, trasformarla in un valore di temperatura. La variazione di colore nell’immagine dipende, quindi, dalle differenze di temperatura misurate. La termocamera utilizzata è una Flir E8 che ha un intervallo di utilizzo tra i -20°C e i 250°C questo significa che è assolutamente inadatta a misurare le temperature delle nuvole che, soprattutto alla quota di formazione delle scie di condensazione, è spesso inferiore ai -40°C. La misurazione di gas e/o vapori richiede inoltre termocamere apposite, simili a quelle usate dai satelliti per le previsioni meteo e la E8 non è adeguata per questo utilizzo. Leggendo il manuale non si trova alcuna traccia di una portata massima dello strumento. In effetti come si può definire la portata massima di una telecamera? I limiti di un’immagine variano dal tipo di strumento, dal dettaglio che vogliamo riuscire a visualizzare e dalle condizioni ambientali (giorno, notte, nebbia). In effetti vari parametri possono influenzare la risposta di una termocamera che va adeguatamente tarata prima dell’utilizzo inserendo prima di tutto il valore di emissività. Nel video tale parametro è settato a 0,8, tuttavia, nel manuale dello strumento è riportato che quando si inquadra il cielo l’emissività deve essere settata a 1. Abbiamo quindi già un primo, importante, errore. Gli altri parametri da settare, sempre seguendo il manuale, sono la distanza dell’oggetto inquadrato, l’umidità relativa, la temperatura atmosferica e la temperatura di eventuali lenti messe davanti all’obiettivo della termocamera“.

Questi parametri non possono essere stati impostati correttamente in quanto lo stesso video sostiene che la scia inquadrata sia a 3 km, ma non ci sono evidenze che la distanza sia veramente quella. termo1Come è stata poi misurata l’umidità relativa e la temperatura atmosferica se queste due grandezze variano salendo di quota? Si stanno quindi inquadrando strati di atmosfera con condizioni fisiche diverse che variano significativamente tra l’osservatore e l’oggetto osservato. Come sono stati impostati quindi questi parametri? Seguendo quale criterio? Non è dato saperlo, quello che però è chiaro è che siamo davanti ad un uso improprio di uno strumento, di conseguenza, qualunque valore ottenuto è semplicemente senza senso. Per fare un paragone è come guidare l’auto con il tachimetro non tarato: la lancetta misurerà una velocità, però non sarà mai quella reale“.

Quindi anche “l’ennesima inconfutabile prova” – conclude il Dott. Angioni – non è altro che una bolla di sapone conseguenza di un male che affligge tutte le teorie del complotto: la scarsa competenza. Non basta spendere qualche migliaio di euro per uno strumento e puntarlo in cielo per dimostrare qualcosa. Io, comunque, non dispero e rimango in attesa della prossima “ennesima inconfutabile prova”.

mailOvviamente non ci siamo soffermati al parere di un consulente del CICAP. Abbiamo chiesto ed ottenuto un parere da un tecnico della PCE, azienda all’avanguardia nello sviluppo tecnologico degli strumenti di misura, termocamere FLIR comprese. La risposta è piuttosto eloquente.

Come si dice in questi casi? Ritenta… sarai più fortunato!

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