Spettacolare vortice ciclonico a “mesoscala” sul basso Tirreno: come si originano queste minuscole depressioni mediterranee?

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imagesMentre lungo le basso latitudini euro-mediterranee una estesa area anticiclonica di carattere “ibrido” (una parziale fusione fra le propaggini dell’anticiclone delle Azzorre e l’alta pressione africana) sta garantendo cieli in larga parte sereni o poco nuvolosi, le immagini satellitari odierne mettono in evidenza la presenza di una spettacolare circolazione ciclonica a “mesoscala”, o a scala sub-sinottica, sul basso Tirreno, nel tratto a nord delle coste siciliane. La struttura è molto simile agli “Upper Levels Low”, ma a scala inferiore rispetto quest’ultimi, e con un’attività vorticosa ben più modesta. Sebbene inizialmente producano scarsi fenomeni in termini di nuvolosità e precipitazioni questi vortici a “mesoscala” sono di indubbia importanza diagnostica per una previsione meteorologica a media-breve scadenza. Difatti queste microscopiche circolazioni depressionarie, a volte diagnosticabili in “water vapour Eddies”, possono interagire agevolmente con aree barocline nei bassi strati e degenerare successivamente in profonde ciclogenesi (come può capitare spesso in autunno nel mezzo del Mediterraneo), a volte sottovalutate o non previste dai modelli matematici.

Lo spettacolare vortice a "mesoscala" osservato sul basso Tirreno, appena a nord della Sicilia
Lo spettacolare vortice a “mesoscala” osservato sul basso Tirreno, appena a nord della Sicilia

Ciò può capitare molto spesso per il modello baroclino a due livelli secondo cui l’avvezione di vorticità positiva indotta da un “vortice di vapore acqueo” in quota libera l’energia baroclina latente nei bassi strati agevolando l’innesco della ciclogenesi che si approfondisce nei medi e bassi strati, fino ad “autoalimentare” il principio di ciclogenesi. Queste strutture vorticose possono apparire contestualmente ad un sistema frontale classico o in maniera del tutto isolata, anche in prossimità o lungo i margini di aree anticicloniche particolarmente robuste. Essi possono essere individuati solo ed esclusivamente con le immagini al vapore acqueo, dato che la nuvolosità che producono risulta di modesta entità. Inoltre gli elementi significativi della loro formazione o presenza sono quasi del tutto esenti nei medi e bassi strati della troposfera. Nemmeno alla quota media di 500 hpa possono essere individuati in modo tanto agevole. Per tali motivi, ai fini di una loro pronta identificazione, è importante consultare la carta della vorticità potenziale alla quota di 300 hpa, per capire se i flussi d’aria presentano una certa propensione alla vorticità. Nel caso del piccolo vortice in azione sul basso Tirreno, a nord dell’isola di Ustica, lo possiamo identificare in un “mulinello d’aria” sviluppatosi in seno al flusso sinottico occidentale, dominante nei medi strati della troposfera.

POPLEX.2014241.terra.1kmLe infiltrazioni di aria più umida atlantica, presenti soprattutto in quota, stanno agevolando lo sviluppo della blanda nuvolosità attorno il piccolo vortice. I suoi effetti sulle nostre regioni meridionali risulteranno molto blandi, a parte un incremento dell’attività “termoconvettiva” sui rilievi più interni della Sicilia e della Calabria, legata ad un debole “forcing” di origine termica, derivato dall’insolazione diurna delle aree interne e dalla presenza di un modesto “gradiente termico verticale” in quota che supporterà la convenzione nelle ore più calde del giorno. Solitamente questi vortici a “mesoscala” si generano durante questo periodo dell’anno, considerato relativamente calmo, in presenza di flussi sinottici paralleli, aventi delle significative variazioni di velocità. Lungo il confine fra questi due flussi paralleli, si possono innescare delle turbolenze, con la nascita di moti spiraliformi, in grado di alimentare la formazione di queste strutture vorticose che poi tentano ad andare alla deriva, in seno al flusso portante nella media e alta troposfera.

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