Nubifragi rilasciati da cumulonembi: inizia la stagione dei meteo-killer con libertà di colpire

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cumulonembiI nubifragi rilasciati dai cumulonembi costituiscono quelle che giornalisticamente sono chiamate impropriamente “bombe d’acqua” e rappresentano una ripetitiva minaccia per le aree urbane e antropizzate in genere.
Le sistemazioni idrauliche ed idrogeologoche sono palesemente non idonee a garantire la sicurezza urbana delle aree ubicate alla base dei rilievi, cresciute senza una preventiva sistemazione fognaria e praticamente senza difesa da questi micidiali fenomeni.
E’ quindi in tali contesti che è necessario realizzare sistemi di monitoraggio pluviometrico che possano “intercettare” in tempo reale l’evento perverso caratterizzato da molte decine di millimetri di pioggia in un’ora, con durata complessiva che può essere anche di alcune ore, che consentano di emettere “Allarmi Idrogeologici Immediati”, con possibilità, per le popolazioni coinvolte, di raggiungere luoghi sicuri, esterni ai prevedibili percorsi delle acque e dei detriti di una alluvione lampo o di una colata detritica.
CUMULONEMBOLa ricerca eseguita ha messo in evidenza che le piogge tipo nubifragio, che sono rilasciate dai cumulonembi, sono registrate con un pluviogramma dalla tipica morfologia, facilmente individuabile già in fase di registrazione dell’evento piovoso.
Si distinguono nettamente tre tratti: un tratto “a” che rappresenta la registrazione di una pioggia caratterizzata da pochi millimetri all’ora, praticamente una pioggia “normale”, un tratto “b” che rappresenta una verticalizzazione della curva pluviometrica che corrisponde alla pioggia tipo nubifragio rilasciata da cumulonembi con diverse decine di millimetri ogni ora, ed infine un tratto “c” corrispondente ad una pioggia normale, dopo che è terminato il nubifragio. In tutte le registrazioni pluviometriche di eventi tipo nubifragio rilasciati da cumulonembi è possibile riconoscere questa tipica morfologia della curva; in particolare la verticalizzazione della curva appena iniziano le precipitazioni piovose rilasciate da cumulonembi.
Un pluviometro che sia in grado di registrare la pioggia precipitata al suolo ogni due-tre minuti consente agevolmente, dopo pochi minuti, di individuare l’inizio del nubifragio la cui durata può essere di alcune decine di minuti o di qualche ora.
cumulonemboDopo pochi minuti dall’inizio della fase di verticalizzazione è possibile lanciare l’allarme idrogeologico con il fine di mettere al sicuro immediatamente i cittadini applicando il Piano di Protezione Civile Locale che si basa sulla corretta individuazione delle zone che possono essere interessate dagli eventuali flussi costituiti da onde di piena idrica e/o da flussi detritici.
Deve essere garantita la autonoma fornitura di energia necessaria al funzionamento del sistema di registrazione e trasmissione dei dati per evitare che durante i nubifragi possa interrompersi il funzionamento delle strumentazioni.
Allo stato attuale con i sistemi di monitoraggio meteo su vasta scala, con un anticipo di alcune ore si è in grado di individuare la fascia ampia entro la quale possono innescarsi e svilupparsi cumulonembi.
In questa fase può scattare il preallarme e la curva pluviometrica può essere ancora sub-orizzontale nell’area che sarà interessata dal nubifragio.
I cumulonembi rilasciano la pioggia tipo nubifragio scorrendo lungo fasce di territorio ampie da circa 5 a circa 10 km per cui l’area interessata dall’evento piovoso può essere individuata esattamente solo con le registrazioni pluviometriche al suolo da parte di pluviometri ubicati strategicamente in relazione alle caratteristiche morfologiche dei bacini idrografici.
Dopo alcuni minuti di registrazione che evidenziano la verticalizzazione della curva e dopo l’osservazione diretta dei fenomeni che accompagnano i cumulonembi in varie stazioni di monitoraggio può essere delineata la fascia entro la quale i cumulonembi si stanno spostando. Questo è il momento di lanciare l’Allarme Idrogeologico Immediato.
Il Sistema di Allarme Idrogeologico deve essere attuato a livello comunale e di bacino idrografico in quanto il percorso dei cumulonembi può avvenire lungo la direzione di allungamento dei bacini idrografici o trasversalmente ad essa.
Da qualche anno stiamo proponendo questo sistema di allarme che consentirebbe di mettere al sicuro i cittadini. Sarebbe un sistema moderno e immediatamente realizzabile in attesa di improbabili interventi di adeguamento dei sistemi fognari e delle difese idrogeologiche.
La figura allegata illustra i due pluviogrammi di un evento che ha interessato il bacino idrografico del fiume Sarno l’1 settembre 2014 registrati nelle stazioni di Sarno e Mercato San Severino; sulle curve sono indicati gli intervalli tipici dei pluviogrammi rilasciati da cumulonembi e l’intervallo nel quale deve essere diramato l’Allarme Idrogeologico Immediato che deve essere seguito dall’attuazione dei piani di protezione dei cittadini relativi alle zone che possono essere investite dai flussi idrici, fangosi e detritici incanalati negli alvei-strada.

L’immagine C illustra schematicamente varie curve pluviometriche rilasciate da cumulonembi che per durata differente hanno rilasciato nubifragi devastanti.
E’ deprimente notare che le istituzioni pubbliche preposte alla difesa dei cittadini non abbiano ancora capito che i cittadini sono sistematicamente esposti alle “ire” dei nubifragi improvvisi rilasciati da cumulonembi senza alcuna difesa!
Si continua a “girare attorno al problema” senza alcuna idea tesa a garantire la sicurezza dei cittadini!
Gli scienziati a cui fanno riferimento le pubbliche istituzioni non è detto che siano i più attenti e pronti a capire i problemi idrogeologici innescati dai nubifragi rilasciati dai cumulonembi.
Sarebbe ora che si guardino attorno, specialmente gli amministratori pubblici ai quali i cittadini hanno accordato la loro fiducia anche per essere adeguatamente tutelati.
E veramente strano che ci sia questo ritardo istituzionale imperdonabile che ogni anno causa l’incremento delle vittime dei meteoserialkiller. Ricordiamo la tragica alluvione dell’autunno scorso in Sardegna e quella dell’inizio di settembre 2014 nell’area garganica.
E siamo appena all’inizio della tipica stagione funestata dai meteoserialkiller!
Ancora una volta i cittadini devono pensare “io speriamo che me la cavo”?

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