Con una serie di misure e la volonta’ politica di affrontare la sfida ambientale entro il 2030 l’eolico potrebbe arrivare a sfiorare i 2.000 GW di installato e produrre fino al 19% dell’elettricita’ globale (dal 3% del 2013). A sostenerlo e’ il Global Wind Energy Outlook 2014, uno studio realizzato da Greenpeace e Global Wind energy Council (Gwec), una societa’ di produttori eolici internazionali, giunto quest’anno alla sua quinta edizione. Secondo il rapporto, per l’eolico, dopo 4 anni di stagnazione per la crisi economica, il calo dei consumi nei paesi Ocse e l’incertezza politica nei mercati chiave, si apre ora una fase di crescita. I Paesi in cui la ripresa sara’ piu’ forte – rileva lo studio – sono Brasile, Messico e Sudafrica. Il boom dell’eolico continuera’ anche nei decenni successivi: secondo lo scenario piu’ ottimista tra i tre analizzati, l’installato potrebbe superare i 3.000 GW nel 2040 e i 4.000 GW nel 2050. L’energia del vento – sempre secondo le stime piu’ positive – potrebbe produrre fino al 25% dell’elettricita’ globale nel 2040 e il 31% nel 2050. A calare sara’ invece il costo: dai 1,252 euro/kW del 2013 l’eolico potrebbe scendere fino a 1,100 euro/kW nel 2030. Il rapporto si sofferma anche sulle ricadute economiche e politiche legate al boom eolico, ponendo l’accento sui nuovi posti di lavoro che verranno creati dall’industria di quest’energia verde: i 600.000 lavoratori impiegati nel settore nel 2013 potrebbero salire a 900.000 nel 2014 e sfiorare quota 2,2 milioni entro il 2030.