In Groenlandia i ghiacci “tirano il freno a mano” rallentando il loro spostamento verso il mare a meta’ estate, quando ancora sono in corso fenomeni di scioglimento. L’apparente paradosso, che impone di rivedere i modelli previsionali relativi al rapporto tra aumento della temperatura e innalzamento della superficie degli oceani, e’ stato rilevato da un’equipe di ricerca statunitense. L’analisi, pubblicata su Nature, descrive un sistema molto particolare di drenaggio dell’acqua che si scioglie in superficie e, attraverso una rete di canali naturali che percorrono una coltre gelata talvolta spessa fino a un chilometro e mezzo, giunge fino al substrato roccioso. Si crea cosi’ una specie di membrana liquida tra questo ed il sovrastante ghiaccio. Quanto maggiore e’ la quantita’ d’acqua che viene a trovarsi tra il suolo e il ghiaccio, tanto piu’ veloce e’ lo spostamento dei blocchi di ghiaccio. Tale velocita’ aumenta anche in ragione della pressione, derivante dallo spessore della coltre gelata. Tuttavia, secondo il team guidato dai ricercatori dell’Istituto di Geofisica dell’Universita’ del Texas, il ghiaccio diventa “meno sensibile alla fusione mentre avanza la stagione estiva”, e cio’ fa pensare che il sistema idrologico della Groenlandia tenda ad “adattarsi al maggiore tasso di disgelo”. Attraverso 13 pozzi scavati nella regione Paakitsoq, (Groenlandia occidentale), i ricercatori hanno misurato la pressione e il flusso di acqua che dopo essersi sciolta transita nella rete di canali subglaciali, monitorando nel contempo attraverso rilevazioni GPS, la velocita’ di spostamento del ghiaccio in superficie. In questo modo gli scienziati hanno scoperto che esistono due componenti del sistema idrologico che agiscono in tempi diversi: nella prima fase, l’elemento determinante e’ costituito dall’acqua che, facendo da lubrificante tra terreno e ghiaccio, accelera lo spostamento di quest’ultimo verso il mare. “All’inizio c’e’ poco scambio tra i due sistemi, Ma gradualmente, durante la stagione dello scioglimento i due sistemi si connettono e diminuisce la pressione””, spiega Lauren Andrews, dello staff di ricerca. L’acqua infatti si distribuisce piu’ uniformemente sul terreno e cala la pressione. Pertanto, pur aumentando in assoluto la quantita’ d’acqua, diminuisce la “sensibilita’ del ghiaccio”. Il risultato e’ che il movimento dei ghiacciai “non e’ o almeno puo’ non essere veloce quanto il tasso di scioglimento suggerirebbe”.