Ebola: 11 soldati USA in quarantena a Vicenza. Zaia: “chiudere le frontiere”

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-Undici soldati statunitensi rientrati dalla Liberia sono in ‘controllo monitorato’ nella caserma ‘Del Din’ di Vicenza, in uso alle forze armate Usa. Il sindaco Achille Variati ha pero’ assicurato che i militari non sono stati contagiati dall’ebola. Il comando Us Army della base ha spiegato che le 11 persone sono state isolate dal resto della popolazione ma sono in ottime condizioni di salute e senza nessun sintomo. I soldati resteranno all’interno della base e saranno monitorati per 21 giorni e la stessa procedura sara’ seguita al rientro del resto del contingente la settimana prossima. “Il Prefetto e le autorita’ militari americane mi hanno assicurato che tutti i militari tornati dall’Africa sono sani”, ha affermato il sindaco. “Nessuno di loro – ha sottolineato – presenta i sintomi dell’ebola. Tutti sono comunque costantemente monitorati, come stabilito dal rigido protocollo ministeriale”.

GUINEA-HEALTH-EBOLA-WAFRICAGli undici soldati Usa sono di fatto in quarantena per il rispetto di un protocollo internazionale di sicurezza, firmato ovviamente anche dall’Italia, che prevede per soldati e operatori di ritorno da Paesi colpiti dall’epidemia di ebola di svolgere una quarantena di 21 giorni, nel paese di partenza o in quello di arrivo. Negli Usa intanto un bimbo di 5 anni e’ stato messo in osservazione al Bellevue Hospital di New York per sintomi riconducibili a quelli dell’ebola. Ma l’allarme sembra si stia esaurendo, perche’ il piccolo da due giorni non ha febbre. La notizia, anticipata dai media locali, e’ stata comunquwe confermata dal sindaco Bill De Blasio. Il bambino e’ accompagnato dalla madre, che non ha nessun sintomo. Secondo l’emittente Abc, il piccolo – che e’ tornato dalla Guinea sabato e ha avuto un rialzo febbrile fino a 39,4 – e’ stato messo in isolamento ed e’ stato gia’ sottoposto ai test. Sempre da New York giunge il monito di Ban Ki-Moon.

ebola07Gli operatori sanitari che lavorano in Africa contro il virus Ebola – ha precisato il segretario generale dell’Onu – sono “persone eccezionali che danno loro stesse per l’umanita’. Non dovrebbero esere soggette a restrizioni non basate su principi scientifici. Chi viene infettato dovrebbe esser aiutato, non stigmatizzato”, ha affermato Ban, dopo che i governatori degli Stati di New York, New Jersey e Illinois hano imposto una quarantena di 21 giorni per il personale medico di ritorno da Guinea, Liberia e Sierra Leone, i tre Paesi africani piu’ colpiti da Ebola. La Florida ha imposto controlli giornalieri per tutto il periodo di possibile incubazione. Per Ban Ki Moon queste restrizioni colpiscono, in particolare, gli operatori sanitari e coloro che “sono in prima linea” contro la diffusione del virus. A tal proposito si viene a sapere che Kaci Hickox, l’infermiera americana messa in isolamento nel New Jersey dopo il suo arrivo’ all’aeroporto di Newark dall’Africa occidentale, potra’ completare la quarantena a casa. La donna aveva accusato le autorita’ aeroportuali di averla tenuta chiusa in una stanza per sette ore senza nulla da mangiare, se non una barretta di cereali, e aveva preannunciato una denuncia per violazione dei diritti civili e costituzionali. In Europa invece, Roberto Bertollini, rappresentante dell’Oms presso l’Ue, ha ammesso che “purtroppo ci sono state delle deficienze nei sistemi di controllo” e che “la situazione e’ sfuggita un pochino di mano”. L’Ue intanto ha stanziato un miliardo di euro nella lotta al virus, aumentando gli aiuti finanziari per combattere l’epidemia nei Paesi dell’Africa occidentale. I ministri degli Esteri dei Ventotto hanno inoltre deciso di istituire un coordinatore Ue per l’emergenza.

Liberia EbolaIL GOVERNATORE ZAIA: “VENETI AL SICURO MA BISOGNA CHIUDERE LE FRONTIERE” – “Le strutture sanitarie del Veneto sono pronte per ogni evenienza. Ma per scongiurare l’Ebola è necessario chiudere le frontiere”. Lo ha ribadito il presidente del Veneto, Luca Zaia commentando l’arrivo dei militari americani dalla Liberia alla base di Vicenza dove saranno monitorati per 21 giorni, così da verificare non ci siano sintomi di Ebola. “Quanto sta accadendo in queste ore a Vicenza – ha sottolineato il governatore – è il segno tangibile del pericolo dell’epidemia di Ebola, anche se le autorità italiane avevano minimizzato. La quarantena nella base americana di Vicenza – ha detto – fa il paio con la chiusura delle frontiere in Australia. Credo che un paese civile, di fronte a un esodo biblico come quello a cui assistiamo con 150 mila immigrati, ha il dovere e l’obbligo di alzare le barriere”. “Per quanto riguarda il territorio, tutto è sotto controllo. I Veneti possono stare tranquilli, da tempo abbiamo strutturato un’unità di crisi con ambulanze e stanze dedicate. E’ evidente che per noi è stato di massima allerta, ma i cittadini veneti hanno strutture sanitarie assolutamente all’altezza ma per togliere ogni dubbio bisogna chiudere le frontiere”, ha spiegato. Zaia ha quindi ricordato che l’Ebola ha dai 2 ai 21 giorni di incubazione e che “si può guarire, tuttavia il virus permane nei liquidi corporei per 28 giorni”.

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