Protezione Civile, Gabrielli: “in Sicilia troppi comuni non sono in regola”

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sicilia_mappa“La situazione in Sicilia, in tema di Protezione civile, e’ lo specchio del paese: in questo siamo proprio una nazione unita e indivisibile”. Cosi’ in una intervista al Giornale di Sicilia il prefetto Franco Gabrielli, capo del Dipartimento che si occupa della prevenzione dei rischi, del soccorso delle popolazioni colpite da sismi o alluvioni. “Lo Stato – aggiunge – e’ impotente: nelle condizioni attuali, come s’e’ visto giovedi’ a Genova, non e’ in grado di tutelare le vite dei cittadini. E la Protezione civile e’ senza mezzi: e’ come si mi avessero mandato sul fronte con una scatola di aspirine per una guerra non voluta da me…”. “In Sicilia come in Italia – puntualizza Gabrielli – i temi della protezione civile vengono vissuti come se si fosse davanti a qualcosa di incerto o futuro: purtroppo, invece, ogni volta si dimostra che non e’ cosi’. La gente dovrebbe avere una sensibilita’ maggiore sui rischi che si corrono, e dovrebbe essere da stimolo per le amministrazioni affinche’ diano le risposte che dovrebbero dare”. “Nel 2013 il governo nazionale – ricorda – s’e’ dimenticato di finanziare il Fen, Fondo per l’emergenza nazionale. Lo ha fatto poi nel 2014 stanziando 70 milioni. Ma le emergenze nazionali dichiarate negli ultimi tre anni hanno provocato danni accertati per 2 miliardi e 300 milioni di euro. Per questi danni ci sono solo 70 milioni. E questo fondo, nella metafora della guerra, sarebbe la famosa cassetta delle aspirine”. “La Sicilia – prosegue Gabrielli – ha in generale un problema di dissesto idrogeologico concentrato nella provincia di Messina. Ha una problematica, sempre nella Sicilia orientale, legata al rischio sismico; non che le altre zone dell’isola non lo siano, ma la parte orientale e’ la piu’ esposta dato che, come sappiamo, si sono verificati terremoti con magnitudo di entita’ fortissima che hanno oltrapassato il settimo grado della scala Richter. Poi ci sono i vulcani attivi: non parliamo nel senso geologico del termine, ma di vulcani che fanno vedere la loro presenza come lo Stromboli o l’Etna. Ma c’e’ altro. C’e’ anche il rischio industriale”. “Il tutto – aggiunge – senza dimenticare gli incendi boschivi, che sono una sorta di costanza: la Sicilia e’ la maglia nera d’Italia. L’80 per cento degli interventi della flotta aereo dello Stato, in caso di incendi, sono fatti in Sicilia”. “Non ci si puo’ affidare solo alla buona volonta’ dei nostri uomini – conclude Gabrielli -. Si deve partire dalla pianificazione, tema estremamente importante: troppi comuni non hanno piani aggiornati di protezione civile. Un’omissione che e’ la cartina di tornasole di questa mancanza di sensibilita’ e di stimolo”.

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