Salute: latte bocciato, per evitare le fratture meglio yogurt e formaggi

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LATTEBere molto latte non riduce il rischio di fratture, che invece si abbassa con l’assunzione, sempre in quantita’ elevate, di prodotti a base di latte fermentato e a basso contenuto di lattosio come yogurt e formaggi. Infatti alti livelli di lattosio e di un altro tipo di zucchero, il galattosio, aumentano lo stress ossidativo e gli stati infiammatori cronici. E’ quanto suggerisce uno studio di un team di ricercatori svedesi, guidati dal Karl Michaelsson dell’universita’ di Uppsala e pubblicato sul British Medical Journal, dal quale inoltre emerge che assumere giornalmente un’elevata quantita’ di latte potrebbe essere associato ad una maggiore mortalita’. I ricercatori comunque invitano alla cautela nel tradurre in indicazioni dietetiche i risultati di questo studio che vanno confermati. La ricerca ha preso in esame due gruppi, uno composto da 61.433 donne e l’altro da 45.339 uomini svedesi che hanno compilato un questionario sulle abitudini alimentari riguardo a 96 tipi di cibo tra cui latte, yogurt e formaggi, fornendo altre informazioni su stili di vita, peso e altezza. Il gruppo femminile e’ stato monitorate per 20 anni, durante i quali nessuna riduzione del rischio di fratture e’ stata riscontrata in seguito a maggiori consumi di latte. Inoltre, le donne che bevevano piu’ di tre bicchieri di latte al giorno avevano un superiore rischio di morte rispetto a quelle che ne bevevano meno di uno. Anche per il gruppo maschile, seguito per 11 anni, il rischio di morte era piu’ alto con elevati consumi di latte, anche se minore rispetto alle donne. Al contrario, un’elevata assunzione di prodotti a latte fermentato con un ridotto contenuto di lattosio (tra cui yogurt e formaggi) era associato a ridotti tassi di mortalita’ e di fratture, in particolare tra le donne. Lo studio conclude percio’ che un elevato consumo di latte nelle donne e negli uomini non e’ accompagnato da un basso rischio di fratture e invece potrebbe essere associato con un maggiore rischio di morte. Si ipotizza quindi un legame tra il rischio e il contenuto di lattosio e galattosio nel latte. I risultati, notano i ricercatori svedesi, devono essere comunque presi con cautela e verificati prima di tradursi in indicazioni dietetiche.

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