Il Procuratore Generale della Corte d’Appello ha chiesto, al termine della prima udienza del processo di Appello alla Commissione Grandi Rischi, sul sisma dell’Aquila, la conferma della pena del primo grado, di sei anni di reclusione per i sette componenti della Commissione condannati per omicidio colposo e lesioni colpose. “La condotta degli imputati ha influenzato le decisioni di quanti dovevano scegliere se rimanere in casa o uscire dopo le scosse di terremoto”. Questa una delle motivazioni principali della richiesta di conferma della pena di sei anni di reclusione per i sette componenti della commissione grandi rischi, nella requisitoria del procuratore generale della corte d’appello Romolo Como, che si e’ conclusa dopo oltre due ore di intervento nella prima udienza del processo di appello. Como ha chiesto al collegio giudicante la non applicazione di pene accessorie.
Durante il lungo intervento, Como ha anche sottolineato che “se fosse stato detto davanti a tutti che lo scarico di energia era una boiata pazzesca, nessuno si sarebbe rassicurato e si sarebbe capito che il rischio di terremoto era alto”. In questo momento sta intervenendo l’avvocato di parte civile, Gianfranco Iadicola, una delle parti civili, in rappresentanza dell’avvocato Maurizio Cora che il 6 aprile del 2009 nel crollo della sua casa,ha perso la moglie la figlia.
Si terranno venerdì e sabato della prossima settimana le nuove udienze al processo di appello alla Commissione Grandi Rischi e ai suoi sette scienziati dinanzi ai giudici della Corte d’appello Tribunale dell’Aquila. In primo grado tutti i componenti la Commissione erano stati condannati a sei anni. Se i tempi che la Corte intende programmare per le settimane successive saranno rispettati la sentenza potrebbe arrivare per fine ottobre o prima settimana di novembre.
“Confido nell’aiuto di Dio, voglio essere assolto perche’ non ho fatto niente”. Cosi’ l’ex presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), Enzo Boschi, uno de sette imputati nel processo di secondo grado alla Commissione Grandi Rischi, al termine della prima udienza nella corte di appello dell’Aquila. “E’ stato corretto il lavoro fatto insieme al mio collega Selvaggi”, ha concluso lo scienziato.