Le autorità cingalesi temono delle ulteriori frane sulle piantagioni di tè dove un torrente di fango ha già spazzato via delle abitazioni nei giorni scorsi, ma i residenti non vogliono lasciare le loro abitazioni perché ribadiscono che non ci sono altri ripari e alloggi dove andare. I dati su questo disastro ambientale stimano che almeno 100 persone sono morte mercoledì quando le piogge monsoniche hanno smosso montagne di fango nella piantagione di Koslanda nel distretto di Badulla, a circa 220 km a est di Colombo.
I residenti sono in stato di allerta per le ripetute colate di fango dal 2002, e i danni causati dal fango alle abitazioni hanno sempre rappresentato un problema per i residenti costretti a cercare alloggi alternativi.
Le autorità locali invitano le persone che vivono in case pericolanti o a rischio, di mettersi al sicuro nelle tende. Quando la pioggia è diventata minacciosa, l’ente nazionale per la protezione dei minori si è occupato in particolar modo degli orfani. Alcuni bambini hanno lasciato la scuola la mattina di mercoledì scorso prima del disastro e tornando a casa hanno trovato le loro abitazioni distrutte e i genitori dispersi. Altri hanno trovato i familiari intrappolati nelle case sommerse dal fango.
Al momento sono 75 gli orfani ma il numero potrebbe aumentare. Gli USA hanno messo a disposizione 50.000 dollari per l’acquisto di coperte, materassi e quanto utile agli orfani.
L’economia dello Sri Lanka si regge sulle piantagioni di te e il paese non è nuovo a eventi naturali di questo tipo. I monsoni iniziano ad ottobre e solitamente durano fino a dicembre.