Venezia, posato oggi l’ultimo cassone del “MOSE”: lavori all’85%, sarà in funzione dal 2017

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Mose di VeneziaIl Mose di Venezia si avvia alla conclusione, ma nonostante i tempi “rispettati al secondo” – dicono i tecnici – serviranno altri due anni per la consegna dell’opera allo Stato, e ben tre (novembre 2017) perche’ le paratoie si alzino contro le acque alte. Era il maggio 2003 quando Silvio Berlusconi premier inaugurava la prima delle opere complementari del Mose, sul quale Venezia fantastica dal novembre 1966, l’anno della grande alluvione. Mentre non e’ ancora placata la bufera giudiziaria sulla ‘cricca’ degli appalti, procede speditamente il cronoprogramma dei lavori, ora guidato dai nuovi vertici del Cvn: il presidente Mauro Fabris e il direttore Hermes Redi. Un management che ha subito marcato la discontinuita’ con l’epoca di Mazzacurati & Co. Oggi un momento simbolico: il varo dell’ultimo cassone delle barriere mobili, un ‘grattacielo’ di calcestruzzo affondato con precisione millimetrica nella trincea del fondale alla bocca di porto di Malamocco.

mose_civile_735x550I ‘cassoni’ sono le grandi strutture in cui vanno incernierate le dighe mobili, che si alzeranno quando il mare minaccera’ la Serenissima. E’ terminata cosi’ la fase di installazione delle 35 strutture di cemento armato, e il Mose puo’ dirsi all’85% dello stato di avanzamento. Adesso si proseguira’ con la costruzione e la posa nel fondale delle paratoie, 21 delle quali sono gia’ state incernierate nella sezione nord della ‘bocca’ del Lido. “Dopo due anni – ha commentato Fabris – completiamo la posa degli elementi fondamentali per la parte idraulica della chiusura delle bocche di porto”. Il Consorzio, ha aggiunto, ha proposto al Ministero dei lavori pubblici di far anticipare alla fase di avviamento, che sara’ gestita dal Cvn, “alcune attivita’ utili per la gara della successiva gestione del sistema, affiancando le imprese selezionate”. Sara’ questo, infatti, come sottolineato dal presidente dell’Anticorruzione, Raffaele Cantone, “il vero affare” del dopo Mose, la manutenzione dell’opera: “solo chi l’ha costruita e’ in grado di mantenerla – osservava Cantone – e c’e’ chi parla di costi pari a 10 milioni l’anno, chi addirittura pari a 200 milioni l’anno”. “Sulla gestione – ha risposto Fabris – dovra’ decidere lo Stato, che, secondo noi, dovra’ pero’ trovare il modo di non disperdere il patrimonio di competenze maturate in questi anni”. Nel momento in cui l’ultimo cassone veniva calato in laguna, il direttore del Cvn, Hermes Redi, ha espresso la propria soddisfazione “perche’ – ha detto – abbiamo vinto la nostra scommessa al centimetro e al secondo. Procedendo cosi’ Venezia sara’ protetta dalle acque alte a partire da novembre 2017”. La consegna dell’opera, se non vi saranno intoppi, avverra’ un anno prima, a fine 2016. Restano altre questioni aperte: come i ricorsi presentati dalle aziende escluse dai contratti per l’assegnazione delle gare di realizzazione delle 78 paratoie. “Purtroppo – ha spiegato Fabris – e’ il prezzo di una gara giustamente invocata e richiesta: la concessione unica, prevista 30 anni fa, oggi non vige piu'”.

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