Interstellar: lo spettatore viaggia oltre i confini della galassia

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interstellar “L’esplorazione dello spazio rappresenta l’estremo assoluto dell’esperienza umana”, per il regista Christopher Nolan (noto per la serie di “The Dark Knight” ed “Inception”) che ha scritto, diretto e prodotto il film di fantascienza “Interstellar” che spinge l’umanita’ oltre i confini dell’universo. Tempeste di sabbia, risorse della terra ridotte al minimo ed un’unica via di salvezza per l’umanita’: trovare un altro mondo su cui abitare. “Ero elettrizzato all’idea di fare un film che avrebbe fatto vivere al pubblico l’esperienza attraverso gli occhi dei primi esploratori che viaggiano verso l’infinito della galassia, anzi attraverso tutta un’altra galassia”, rivela Nolan, che in questa avventura si e’ servito di un cast “stellare”: il premio Oscar Matthew McConaughey (“Dallas Buyers Club”), il premio Oscar Anne Hathaway (“Les Miserables”), la candidata all’Oscar Jessica Chastain (“Zero Dark Thirty”), Bill Irwin (“Rachel Getting Married”), il premio Oscar Ellen Burstyn (“Alice Doesn’t Live Here Anymore”) ed il premio Oscar Michael Caine (“Le regole della casa del sidro”). Il cast principale include anche Wes Bentley, Casey Affleck, David Gyasi, Mackenzie Foy e Topher Grace. Nel tentativo di rappresentare lo spazio in modo realistico, il film si basa sulle teorie del fisico teorico Kip Thorne riguardo la possibilita’ di viaggiare tra vari sistemi solari attraverso un cunicolo spazio-temporale (wormhole), e che costituisce la spina dorsale scientifica dello script. “Kip e’ un autore, un docente ed una delle menti piu’ brillanti del mondo – spiega la produttrice Lynda Obst -. Ha compiuto studi sulle onde gravitazionali e lo scontro tra buchi neri, oltre a concepire le grandi possibilita’ dei viaggi nel tempo tramite i wormholes. Sono tutti concetti affascinanti da approfondire in un racconto”. Per Thorne, che e’ anche uno dei produttori esecutivi del film, il processo e’ stato esilarante: “La storia e’ emersa dalle menti fertili degli sceneggiatori, Jonathan e Christopher Nolan, ma sempre entro i confini stabiliti dalla scienza, o da cio’ che possiamo ragionevolmente estrapolare sui concetti che vanno leggermente oltre le frontiere della nostra conoscenza”. Ma, per il regista, alla fine e’ la vicenda umana a muovere il film. “Sostengo – dice Nolan – che la grandezza e la magnificenza dello spazio e’ uno sfondo interessante per esplorare le relazioni interpersonali, che sono tanto forti e significative per noi, quanto trovarci una collocazione nell’universo”. “In termini generici, ‘Interstellar’ e’ l’avventura spettacolare di un viaggio nell’universo – osserva la produttrice Emma Thomas -, ma nella sua essenza e’ la storia commovente di un padre e dei suoi figli. Si parla dell’affetto familiare, del senso del dovere e del sacrificio, e delle nostre profonde connessioni con gli altri esseri umani”. Pur volendo immaginare un viaggio ambizioso verso l’ignoto, “il concetto di famiglia rimane il fulcro attorno al quale ruota tutta la trama – chiarisce Christopher Nolan -. ‘Interstellar’ riguarda chi siamo, dove stiamo andando, ma per me, prima di tutto approfondisce il concetto di paternita’. Sono tutti questi concetti messi assieme che fanno la storia del film, non si tratta unicamente di godersi un viaggio intergalattico solo per amore dello spazio”. Ad interpretare il concetto della paternita’, il padre della famiglia sotto i riflettori e, in un certo senso, di tutta la specie umana, e’ Matthew McConaughey. E’ lui a dare il volto a Cooper, un ex pilota collaudatore ed ingegnere formato secondo le regole adrenaliniche delle Giovani Aquile che sfidano continuamente i propri limiti aspirando ad aprirsi una strada nella galassia. Per Christopher Nolan, McConaughey rappresenta questa figura archetipica. “Incarna tutto quello che cercavamo in Cooper: spirito di avventura, spavalderia da cowboy ed innanzi tutto il calore di un padre di famiglia”. Solo che quel calore umano e’ compromesso dalla mano stessa dell’uomo che, se non salvaguarda l’ambiente, ci catapultera’ in una terra inospitale, rischiando l’estinzione, e le teorie di colonizzare un altro pianeta, anche in un’altra galassia, potranno non essere solo futuribili. In fondo, il ricercare risorse in altri pianeti e’ gia’ il presente. Il film e’ al cinema. Dura 168 minuti, ma il tempo e’ “relativo”. E’ avvincente ed istruttivo vivere questa avventura? anche solo con gli occhi?

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