“Abbiamo sperimentato con successo nella zona di Mereto di Tomba (Udine) un sistema di ricarica idrica artificiale riuscendo a diminuire la quantita’ di nitrati presenti nella falda“. Lo afferma Daniel Nieto Yabar, dell’Istituto nazionale di oceanografia e geofisica sperimentale (Ogs) di Trieste, anticipando alcuni risultati del progetto europeo “Warbo – Water Re-Born” che saranno presentati domani all’Universita’ di Udine. “Un risultato importante sul fronte dell’abbattimento dell’inquinamento delle falde – prosegue Nieto Yabar – alla luce del fatto che la normativa comunitaria indica che nel 2015 le falde acquifere non devono contenere nitrati, sostanze inquinanti la cui presenza rende l’acqua non potabile. Per non incorrere in pesanti sanzioni economiche. Nel corso di tre anni di attivita’ abbiamo messo a punto dei protocolli di corretta gestione delle attivita’ di ricarica artificiale delle falde, al fine di contrastare il degrado qualitativo e quantitativo delle risorse idriche. La ricarica artificiale – aggiunge – consiste nel rifornire le falde che si stanno progressivamente impoverendo con l’acqua piovana in eccesso, che non riesce a filtrare naturalmente nel sottosuolo, raccolta in appositi pozzi e fito-depurata, in modo da garantire idonee caratteristiche chimico-fisiche, oppure prelevandola da serbatoi naturali come i canali di irrigazione”. Con la stessa tecnica, immettendo dunque acqua dolce nel sottosuolo, “si puo’ contrastare anche l’avanzamento del cosiddetto cuneo salino, l’avanzamento cioe’ dell’acqua salata verso l’entroterra, che mette a rischio di desertificazione i terreni” conclude il geofisico.
Sperimentato un sistema di ricarica idrica artificiale nelle falde
