Scienza: dall’ologramma del plancton si studia l’assorbimento della CO2

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plancton-960x623Una colonna d’acqua marina che brulica della vita di microparticelle cellulari che si nutrono, crescono e, soprattutto, assorbono carbonio. Tutto questo diventa un ologramma che i ricercatori possono studiare con attenzione in laboratorio. E’ una delle innovative attrezzature in via di sperimentazione nell’ambito del progetto BioForU, una innovativa infrastruttura di ricerca per lo studio degli organismi viventi e dei meccanismi alla base del mantenimento della biodiversita’. L’infrastruttura di ricerca coinvolge l’Universita’ del Salento a Lecce, per la bioecologia sperimentale, il CNR di Bari per lo studio della biodiversita’ molecolare, lo IAMC-CNR di Capo Granitola, in Sicilia, per l’osservatorio biodiversita’ marina, il CNR di Napoli per il bioimaging avanzato e la Stazione Zoologica Anton Dohrn per lo studio degli organismi marini e le conseguenti applicazioni. Queste cinque strutture costituiscono ora una grande piattaforma multidisciplinare integrata all’interno dei quali sono stati creati o potenziati laboratori per la ricerca avanzata. I primi due anni sono stati dedicati alla creazione dell’infrastruttura e a un progetto di formazione “con la finalita’ di rafforzare il nostro capitale umano e creare figure altamente specializzate, in grado di avere un approccio interdisciplinare alla ricerca e di saper individuare le nuove frontiere che la scienza sulla biodiversita’ si pone”. Nella prima fase sono venti i giovani ricercatori che hanno partecipato alle attivita’ di formazione poi di ricerca sul campo. Tra queste spiccano quelle sulla biodiversita’ marina e sul plancton. “Abbiamo applicato – spiega Alberto Basset, ordinario di ecologia all’universita’ del Salento e responsabile del progetto formativo di BioForU – una tecnologia sperimentale che perette l’osservazione del plancton nella colonna d’acqua in laboratorio”. Non piu’ il vetrino sotto il microscopio, quindi, ma l’uso di “tecnologie – spiega Baset – che si avvicinano agli ologrammi, con una risoluzione tridimensionale tale che permette di vedere particelle delle dimensioni del micron e di studiare i rapporti spaziali tra le cellule, la loro distribuzione nella colonna d’acqua, la loro capacita’ di crescita e come assorbono i nutrienti. Possiamo quindi verificare la loro capacita’ di assorbire carbonio, e questo e’ uno dei campi di ricerca fondamentali per studiare le possibilita’ di assorbimento della Co2 atmosferico”. Come e quanto il plancton possa essere utile nel “pulire” l’anidride carbonica, insomma, potra’ essere studiato anche attraverso questo tipo di osservazioni, ancora sperimentali, che si svolgono in particolare nella sede di via Pietro Castellino del Cnr di Napoli in stretta collaborazione con la stazione Anton Dohrn e con le altre infrastrutture di BioforU. Dopo la chiusura della prima fase, BioforU entra in un nuovo ciclo triennale in cui “faremo funzionare l’infrastruttura con accessi transnazionali sia con progetti finanziati a livello che con proposte sulla piattaforma di finanziamento europeo Horizon 2020”, conclude Basset.

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