Durante la notte sull’Etna ha dato spettacolo l’attività esplosiva nella “Voragine”, con boati avvertiti in tutta l’area etnea. Oggi il vulcanologo dell’INGV di Catania (Osservatorio Etneo) Boris Behncke spiega che a Voragine “è uno dei due grandi crateri (l’altro è la Bocca Nuova) che occupano il sito che una volta era il Cratere Centrale dell’Etna, ed è meno frequentemente attivo rispetto agli altri crateri dell’area sommitale del vulcano. Il suo ultimo periodo di attività maggiore è iniziato nel luglio 1997 ed è finito a ottobre 1999. Durante quel periodo, sono avvenuti due dei più violenti parossismi del secolo scorso, il 22 luglio 1998 e il 4 settembre 1999. La morfologia del cratere durante quel periodo cambiò notevolmente: la depressione a forma d’imbuto fu largamente riempita, la sua parte settentrionale ancora oggi è un’area piatta e facilmente accessibile. L’ultima attività magmatica che ho potuto vedere personalmente è avvenuta la sera del 12 ottobre (già era in corso una nuova grande eruzione, ma questa volta nella Bocca Nuova). Successivamente, l’attività alla Voragine era limitata a degassamento e rare emissioni di cenere, e una potente esplosione freatica il 12 gennaio 2006 distrusse il setto roccioso (il “diaframma”) che separava la Voragine dalla Bocca Nuova. Il 27 febbraio 2013 si è risvegliata dopo più di 13 anni di quiete, e per due settimane ha prodotto intensa attività stromboliana, per riaddormentarsi nuovamente. Fino al 2 gennaio 2015“.