Geologi: “Il Ministero della Pubblica Istruzione non dimentichi le Scienze della Terra”

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L’appello dei geologi, affinché la “cultura geologica per la tutela del territorio non resti un argomento di cui parlare dopo il prossimo disastro”

geologo“Nella nostra Italia, ormai continuamente devastata da disastri ambientali causati sia dalla natura che dall’uomo, il Ministero della Pubblica Istruzione, nel programmare azioni a beneficio della scuola, non dimentichi la conoscenza delle Scienze della Terra”. Lo ha affermato Gian Vito Graziano, Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi.

“Ultima distrazione è il decreto ministeriale del 13 novembre 2014 – ha dichiarato Graziano – che consente agli Istituti professionali di istituire nell’indirizzo “Produzioni industriali e artigianali» l’opzione “Coltivazione e lavorazione dei materiali Lapidei”, ponendosi l’obiettivo di formare figure professionali capaci di applicare e approfondire le metodiche di intervento nei diversi segmenti della filiera del settore lapideo dall’escavazione alla trasformazione.
Quella che a prima vista sembra una apertura di opzioni formative nel mondo della scuola, ad un attento esame delle discipline obbligatorie mostra come la conoscenza delle discipline afferenti alle Scienze della Terra, fondamentali per consentire agli operatori del settore di comprendere natura a caratteristiche dei materiali che si devono estrarre e lavorare, siano del tutto assenti. Infatti al primo biennio lo studio delle scienze integrate comprende solamente Fisica e Chimica trascurando le Scienze della Terra ed al triennio non sono presenti discipline fondamentali per l’attività di cava come l’Arte Mineraria, la Mineralogia e la Geologia, materie che è possibile insegnare con la laurea in geologia”.
Occorre inoltre sottolineare come i futuri diplomati nell’indirizzo lapideo potrebbero ambire ad una laurea in scienze geologiche (sempre che rimanga attivo qualche corso di laurea, vista l’attuale situazione) che porterebbe alla prospettiva lavorativa del direttore di cava.
“Chi lavora nel settore con cognizione di causa – ha concluso Graziano – sa bene quanto sia importante conoscere le caratteristiche dell’ammasso roccioso interessato dall’attività estrattiva, sia per valorizzare la qualità del materiale, sia per la sicurezza degli operatori; i fatti recenti della zona di Massa Carrara ne sono un doloroso esempio.
Ci rivolgiamo pertanto al Ministro Giannini ed al Sottosegretario Faraone affinché rivedano il decreto inserendo le discipline geologiche tra le materie obbligatorie, e si adoperino perché la “cultura geologica per la tutela del territorio” non resti un argomento di cui parlare dopo il prossimo disastro”.

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