Se i contorni della banchisa venissero ridefiniti, e quindi arretrati a causa del riscaldamento climatico, si aprirebbero nuovi spazi a concessioni petrolifere nel Mare di Barents
La Norvegia si prepara a ridefinire i contorni della banchisa artica, una decisione interpretata dalle organizzazioni ambientaliste come un passo in favore delle multinazionali del petrolio.
In base a una legge del 2013 è vietato svolgere perforazioni per la ricerca del petrolio nelle zone vicine alla banchisa, dove vive un ecosistema molto ricco. Ma se i contorni della banchisa venissero ridefiniti, e quindi arretrati a causa del riscaldamento climatico, ecco che si aprirebbero nuovi spazi a concessioni petrolifere nel Mare di Barents.
“E’ importante avere a disposizione dati aggiornati sull’estensione geografica delle zone fragili”, ha dichiarato il ministro dell’Ecologia, signora Tine Sundtoft. “Quindi ho chiesto all’Istituto polare norvegese di aggiornare i suoi calcoli”. Per far ciò l’Istituto si baserà sui dati da satellite raccolti tra il 1984 e il 2013; mentre i contorni attuali della banchisa si basano su dati raccolti tra il 1967 e il 1989.
Il 23esimo ciclo di concessioni ai gruppi petroliferi, previsto inizialmente prima di Natale, ha dovuto essere rinviato proprio a causa di questa problematica, che sta ravvivando gli animi in Norvegia.
Messe di fronte alla costante diminuzione del greggio dei pozzi esistenti, le compagnie petrolifere chiedono con insistenza l’apertura di nuovi spazi da dedicare alle perforazioni per trovare altre aree di sfruttamento.