A cambiare è la carica virale nel sangue di chi arriva in ospedale, che ora è metà rispetto a pochi mesi fa
Non solo il numero di nuovi casi di Ebola nei paesi colpiti e’ molto piu’ basso rispetto a pochi mesi fa, ma c’e’ anche un calo significativo nella mortalita’ del virus. Lo hanno registrato gli ospedali dell’Ong Medici Senza Frontiere, che hanno presentato alcuni numeri preliminari ad un congresso sull’Hiv a Seattle. L’Ong, ha spiegato Gilles van Cutsem, uno dei responsabili dello sforzo contro Ebola, aveva 22 centri aperti nel momento del picco dell’epidemia, e ora ne ha otto. La mortalita’ per i pazienti che vengono ammessi ai centri e’ passata dal 62% dell’inizio dell’epidemia al 52%. A cambiare, ha spiegato l’esperto, e’ la carica virale nel sangue di chi arriva in ospedale, che ora e’ meta’ rispetto a pochi mesi fa. ”Pensavamo che i pazienti arrivassero quando il decorso della malattia era ancora all’inizio – ha affermato, citato dal New York Times – ma dalle interviste ai pazienti e’ emerso che il tempo tra i primi sintomi e l’arrivo in ospedale e’ sempre lo stesso. Questo ci lascia con due ipotesi, o la paura ha reso piu’ prudente la popolazione, e anche chi si infetta lo fa con una minore quantita’ di virus, oppure questo e’ mutato per diventare meno letale, ma non abbiamo ancora prove che lo confermino”. Oggi intanto finisce ufficialmente, con diversi mesi d’anticipo, la missione dell’esercito Usa in Liberia. Tornano a casa quasi tutti i circa tremila soldati che in questi mesi hanno costruito centri di trattamento e laboratori di analisi e istruito gli operatori sanitari locali.
