I primi refoli di aria gelida raggiungono le regioni meridionali, ecco lo spettacolare fenomeno del “Tyrrhenian sea effect snow”

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untitledProprio in queste ore, con l’ingresso del nucleo di aria molto fredda in quota, addossatosi tra le Alpi Dinariche e il medio-basso Adriatico, sul basso Tirreno comincia a prodursi il fenomeno del “Tyrrhenian sea effect snow”, analogo (ma non proprio uguale) al ben conosciuto “lakes effects snow” nord-americano. Fenomeno ben noto che si origina allorquando una massa d’aria molto fredda, o gelida, e instabile in quota scorre sopra la più mite superficie marina del medio-basso Tirreno, le cui temperature superficiali rimangono piuttosto elevate anche nel cuore della stagione invernale.

GFSI forti contrasti termici che si determinano sopra la più mite superficie marina rafforzando il “gradiente termico verticale” (notevoli differenze termiche fra media e bassa troposfera), favorendo l’innesco di una forte attività convettiva (violenti moti ascendenti forzati della colonna d’aria) che agevola la formazione di imponenti annuvolamenti cumuliformi (cumuli, cumulonembi in aria fredda) in grado di apportare precipitazioni diffuse, che assumono carattere di rovescio o temporale se i contrasti termici sono molto forti lungo la verticale. Lo sviluppo dell’instabilità convettiva e della nuvolosità cumuliforme viene spiegato dal fatto che a contatto con la più mite superficie marina la massa d’aria gelida si riscalda e si carica di umidità fin dagli strati più bassi, mentre in quota continua a mantenere le sue origini gelide, con valori al di sotto dei -35°C -36°C attorno i 5100 metri. Ciò comporta una netta destabilizzazione al proprio interno, determinando la rapida formazione delle nubi cumuliformi (cumulonembi in aria fredda) che vengono spinte dai venti dominanti verso le rispettive aree costiere, dove danno la stura a persistenti precipitazioni, che possono assumere prevalente carattere nevoso fino a bassa quota, se non addirittura sulle coste (nel caso in cui l’aria gelida sia di tipo continentale).

L'analisi della nefodina mette in evidenza lo sviluppo dei primi nuclei temporaleschi organizzati sul basso Tirreno
L’analisi della nefodina mette in evidenza lo sviluppo dei primi nuclei temporaleschi organizzati sul basso Tirreno

Attualmente diversi “Cellule temporalesche”, molto ristrette, cariche di rovesci, grandine e neve fino a bassissima quota (tipici fenomeni in aria fredda), si stanno ben sviluppando sul medio-basso Tirreno e sul mar Ionio, ove cominciano a tracimare in quota (500 hpa) i primi refoli freddi che fanno capo al nucleo di aria molto fredda, in sfondamento dalle Alpi Dinariche. Il notevolissimi “gradiente termico verticale” prodotto, fra l’aria gelida in quota e la tiepida superficie del Tirreno, sta cominciando ad attivare il fenomeno del “Tyrrhenian sea effect snow”, che fra la prossima notte e la mattinata di domani apporterà abbondanti e fitte nevicate sulla Sicilia settentrionale, con attecchimento del manto nevoso fin dalle aree del vicino retroterra costiero. La forte instabilità in aria fredda darà origine a rovesci e temporali sparsi, che assumeranno prevalente carattere nevoso. Nella giornata odierna, visto la disposizione delle correnti dal quadrante settentrionale a tutte le quote, con una moderata curvatura ciclonica sul Tirreno, per il minimo barico in allontanamento verso la Creta e il sud Egeo, i rilievi della Sicilia settentrionale, in particolare le aree settentrionali delle Madonie e dei Nebrodi, rischiano di fare il pieno di neve fresca, con nevicate fin sui litorali e accumuli davvero abbondanti già dalle colline, che potranno cagionare enormi disagi, rendendo inagibili diverse strade montane dell’entroterra, per la presenza di neve e ghiaccio sull’asfalto.

bufereQueste entro stanotte saranno percorribili solo con gomme e catene da neve. Neve che si prolungherà fino al pomeriggio odierno, grazie al prolungamento del “Tyrrhenian sea effect snow” che dispenserà altre precipitazioni di tipo convettivo, di stampo prevalentemente nevoso, sulle coste della Sicilia settentrionale (rovesci e temporali), accompagnate da forti e gelide raffiche di tramontana. In particolare le frazioni e i comuni fra Nebrodi e Peloritani settentrionali, particolarmente esposti allo “stau” prodotto dai freddi venti di tramontana. Nel corso della mattinata di lunedì 9 però, fra le 05:00 e le 12:00, con lo sfondamento pieno dell’isoterma di -8°C alla superficie di 850 hpa (1200 metri) e il temporaneo abbassamento della quota dello “zero termico” a soli 400-300 metri, anche le coste del messinese tirrenico e del palermitano orientale rischiano di essere imbiancate dal passaggio di brevi rovesci di neve, mista a gragnola, apportati da nuclei cumuliformi (in aria fredda) in sviluppo sul mar delle Eolie.

Super Neve in Puglia (1)Le temperature estremamente basse, unite anche all’effetto del trasporto eolico, potrebbero aiutare a produrre accumuli fino alle spiagge, seppur temporanei trattandosi di neve sempre molto bagnata. Visto la disposizione delle correnti dal quadrante settentrionale, con una spiccata curvatura ciclonica (“forcing” dinamico in quota) fra Tirreno e Ionio, per il minimo barico in allontanamento verso levante, saranno i rilievi molisani, lucani, pugliese, calabresi e quelli della Sicilia settentrionale a fare il pieno di neve fresca, con accumuli nivometrici anche abbondanti già dalle basse colline, e a tratti fin sulle coste. In particolare in Molise e sulla Puglia centro-settentrionale, dal Gargano alle Murge del barese e del tarantino. Ma non bisogna sottovalutare le coste del cosentino ionico e del crontonese, aperte maggiormente alla tramontana ed esposte al passaggio dell’isoterma di -10°C a 1200 metri.

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