Continuano, come banalmente previsto, i problemi di insabbiamento dello scalo di Tremestieri, in seguito alle mareggiate di Scirocco.
E’ la natura che non vuole capire che non deve rompere le scatole, che non vuole stare agli ordini dell’uomo? E’ una natura ribelle che deve essere domata?
O è l’uomo che non capisce che deve correggere il tiro?
Lo scalo ha una importanza strategica per allontanare dal centro di Messina il traffico pesante?
Anche la spiaggia ha una importanza strategica per l’economia balneare!
I fautori dello scalo sono più “potenti” e non si preoccupano se spariscono alcuni chilometri di spiaggia e si mettono in pericolo numerosi manufatti pubblici e privati realizzati nelle decine di anni passati a sud di Tremestieri fino a Galati?
La natura ha le sue leggi che non dipendono dalla volontà dei potenti!
L’uomo realizza un intervento “errato” che causa squilibri sul litorale?
La natura non perdona!
E lo scalo ogni tanto si insabbia in seguito alle mareggiate di scirocco che trasportano verso nord consistenti volumi di sabbia e ghiaia erosi più a sud irreversibilmente.
Lo scalo si chiude e la spiaggia a sud si assottiglia irreversibilmente. E i manufatti costieri subiscono danni! E lo scalo non funziona!
Una filiera perfetta! Da manuale!
Da uomo avveduto? Non tanto!
Tanto è vero che l’uomo “amministratore del bene comune” fa finta di niente.
Nello studio di impatto ambientale per l’ampliamento del nuovo scalo non viene nemmeno preso in considerazione il problema che avviene a sud.
Non individuare e valutare gli effetti sulla carta e nei progetti di quello che è palese in realtà significa non rispettare la vigente legge!
Distruggere una spiaggia volontariamente quando si può evitare lo scempio, per la natura, è un crimine!
E per l’uomo? Tutto a posto?
Bene e male!
Se gli scali devono essere realizzati che lo siano in sicurezza duratura.
Che la spiaggia serva come difesa ambientale e come risorsa economica è quanto mai evidente; prima di trasformare la zona sud di Messina in un litorale antropizzato blindato non fruibile per l’economia balneare perché non si trova un accordo con la natura?
Le sciroccate per forza trasportano i sedimenti verso nord, cioè verso lo scalo attuale e quello progettato; lo fanno ora e lo faranno domani!
La sabbia e la ghiaia erosa a sud non sarà mai più restituita alla spiaggia a sud.
Allora, tanto per cominciare, si affermi chiaramente che il problema deve essere risolto con l’approvazione di tutti: cioè di coloro che sostengono gli scali, dei cittadini che vivono a sud e della natura-spiaggia.
Che si intercettino i sedimenti a sud dello scalo con adeguate strutture che consentano poi il periodico loro ritorno e trasporto verso i tratti di spiaggia in erosione.
Manutenzione continua, come si curano le aiuole dei giardini nelle piazze!
Sia ben chiaro che il sito in cui è stato realizzato lo scalo che si intende raddoppiare non è idoneo ambientalmente per la costruzione di un porto in sicurezza per lo scalo stesso e per la spiaggia a sud e a nord.
E’ un intervento che ha drasticamente destabilizzato il litorale nel quale è stato inserito. Chi ha sbagliato?
E’ semplice stabilirlo!
Coloro che lo hanno voluto, progettato e realizzato in quel modo.
Si insiste nell’errore? E questo è un delitto ambientale!
Il mare continuerà ad agire secondo le sue leggi: trasporterà sedimenti da sud a nord (vedi la figura allegata). Ciò provocherà una erosione irreversibile a sud dello scalo e una dispersione irreversibile del sedimento eroso e accumulato a ridosso del molo dello scalo in seguito alla sua dispersione verso fondali superiori a 5 m (vedi figura).
Allora…sveglia!
Se si vuole conservare lo scalo bisogna intercettare i sedimenti prima che invadano il porto mediante la realizzazione di strutture che ne determino l’accumulo (senza provocarne l’irreversibile dispersione lungo le vicine scarpate) e consentano un continuo lavoro di manutenzione nel senso che i sedimenti devono essere riportati periodicamente più a sud lungo il litorale dal quale sono stati erosi.
Non mancano gli scienziati in grado di progettare correttamente le idonee opere.