Expo 2015: il sito realizzato con “materiali poveri”, ecco com’è nata l’idea

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Un sito espositivo interamente modellato sul tema “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”, è il principio informatore di ogni struttura fisica, concepito come un paesaggio unico e di forte impatto, pensato per fornire al visitatore un’esperienza continua e sorprendente

L’Expo 2015 Milano è ormai alle porte, e pare essere tutto pronto, finalmente, per dare il via alla più grande esposizione mondiale, dove il “mondo si preparare ad incontrare il mondo”, come recita lo slogan dello spot pubblicitario ufficiale. L’idea del sito Expo nasce dall’idea dell’Architetto Ciro Mariani, che con un team di professionisti fra architetti, ingegneri e paesaggisti hanno dato vita all’imponente struttura il cui concept è “nutrire il pianeta, energia per la vita”. Grazie alla  Fondazione Promozione Acciaio che col progetto Steel Feeds Innovation ha riunito 19 realtà aziendali del comparto in occasione di Made Expo e ha presentato significativi progetti di Expo Milano 2015 per i quali è stata fondamentale la scelta dell’acciaio, è stato intervistato l’Architetto Mariani, per capire com’è nata l’idea del Masterplan Expo e come il progetto si è ispirato ai principi della sostenibilità, salute ed alimentazione, i tre principi chiave che guideranno l’Expo 2015.

expo-immagine-intro-580x333“Il sito di Expo Milano 2015 è progettato come espressione del tema Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita. L’area è modellata come un paesaggio unico, un’isola circondata da un canale d’acqua, vero e proprio monumento orizzontale, e si struttura intorno a due assi perpendicolari di forte impatto simbolico: il Decumano e il Cardo della città di fondazione romana. La griglia che ne risulta determina la struttura dei lotti di terreno assegnati a ciascun Paese, tutti affacciati sul Decumano. Secondo un principio innovativo, Expo Milano 2015 garantisce quindi, nella loro diversità, un’eguale rappresentanza ai Paesi, offrendo a tutti i Paesi che lo vorranno un singolo spazio espositivo.

expoIl team di Expo2015 (Ufficio di Piano UdP), costituito da circa 20 giovani progettisti (architetti, urbanisti, ingegneri, paesaggisti), guidati da me, responsabile della Progettazione Architettonica e Urbana del sito, e da un gruppo di architetti e ingegneri seniorspecialisti (guidati da M. Gatto), ha disegnato, con il supporto di 5 architetti di fama internazionale, ideatori del concept Masterplan –Stefano Boeri, Ricky Burdett, Joan Busquets, Jacques Herzog e William McDonough – un sito espositivo interamente modellato sul tema. Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita è il principio informatore di ogni struttura fisica e del sito nel suo insieme, concepito come un paesaggio unico e di forte impatto, pensato per fornire al visitatore un’esperienza continua e sorprendente. Il paesaggio diventa un monumento vivo, che celebra il concetto di “trasformazione”, che è alla base dei cicli dell’alimentazione e della sostenibilità ambientale. In questo modo tutti i partecipanti verranno chiamati a contribuire alla creazione di strutture tematiche basate sul rapporto con la terra, l’acqua e il sole, fonti di nutrimento e vita per il pianeta, con particolare attenzione agli spazi aperti dove potranno essere messe in scena grandi performance. Oggi a distanza di anni dal primigenio Masterplan, credo che la forza iniziale espressa dalla consulta di architetti abbia, seppur con qualche rinuncia, mantenuto quella sufficiente tensione tra il pensiero iniziale e la realizzazione dell’idea stessa; una dichiarazione di principi complessi ed articolati da attuare, all’interno di una cornice decisionale molto eterogenea, per formazione, per cultura e per sensibilità individuali alterne.”

Le Esposizioni Universali sono manifestazioni di carattere globale che offrono all’architettura l’occasione di sperimentare e presentare soluzioni tecnologiche e progettuali innovative. Qual è il valore aggiunto delle architetture per Expo 2015?

expo milano 2015“L’architettura contemporanea, se posta di fronte al tema della temporaneità, orienta, per necessità, la ricerca verso soluzioni costruttive, tecnologiche e l’impiego di materiali tra loro diversi, fino al limite del loro possibile utilizzo, mettendo talvolta alla prova il senso stesso dell’abitare uno spazio, quello pubblico nel nostro caso. In questa Esposizione Universale, forse per la prima volta, l’espressione architettonica sposta il proprio ruolo dalla materia del costruire, seppur evidente e riconoscibile, oltre che straordinaria in taluni casi, alla capacità di partecipare e tradurre un tema, di coinvolgere e sorprendere il pubblico, di contenere la tradizionale enfasi formale e tecnologica, spesso figlia di questi grandi eventi, all’ interno di un vocabolario comune, condiviso e di strettissima attualità: “Feeding thePlanet, Energy for Life”. Il valore aggiunto è la ricerca e l’utilizzo di materiali autoctoni, di importazione locale, d’interesse regionale o nazionale in un costante equilibrio di saperi” spiega Mariani, e continua “descrivere un’architettura presente a Milano per Expo 2015, significa innanzitutto ricostruire e presentare una possibile “tradizione”, esportarla, declinarla nel sito,applicando tecniche costruttive artigianali con soluzioni tecnologiche sostenibili, materiali riciclabili, riusi e recuperi, future donazioni di materiali, opere, parti vegetali e botaniche, in un’unica miscela tra tradizione e modernità. È una ricerca a volte sofisticata di materiali “poveri” (bambù, terre naturali, legni) applicati ad un linguaggio tecnico ed architettonico di sottile e sapiente composizione delle parti, tra la coesione di materiali tra loro diversi, come ad esempio quanto accaduto per il progetto del Padiglione cinese (dello studio Link-Arc, LCC di NY), il cui utilizzo di materiali tradizionali e di nuova generazione offriranno un prodotto dal risultato finale di assoluto fascino, lasciando al visitatore una scansione di temi decisamente diretti nel definire il rapporto tra tradizione, contemporaneità e sviluppi futuri; si pensi che la struttura in legno della copertura del padiglione riprende il sistema tradizionale cinese “raised-beam” adattandolo alle moderne tecnologie costruttive,rivestendola con pannelli di bambù posati a scandole.”

Smontabilità e riciclabilità, sostenibilità, fruibilità per i disabili, spazi aperti e verdi, queste le caratteristiche imposte da Expo per la realizzazione di tutti i padiglioni dell’ Esposizione Universale. Come i Paesi hanno affrontato la sfida?

Expo2015“Tutti fattori determinanti per una condivisione e declinazione a tutti i livelli del tema dell’Expo. I Paesi hanno, a seguito di precise indicazioni contenute nelle Linee Guida per la progettazione dei padiglioni, inteso il tema della permeabilità e dell’accessibilità – “Design for All” – con la massima attenzione, non solo rispondendo alla normativa nazionale e locale, ma assumendo come principio superiore che l’esperienza del visitatore non deve avere limiti fisici particolari, anzi ogni progetto e realizzazione dovrà garantire il massimo “confort” e assistenza anche per coloro che hanno difficoltà di varia natura. Abbiamo sempre richiesto ai partecipanti di prestare una attenzione specifica, non tanto nel dividere coloro che sono abili da coloro che hanno difficoltà di movimento o di vista, ma di integrare e considerare, con i necessari apporti tecnici, le diverse differenze fisiche (percettive, sensoriali, motorie, uditive, visive, etc.). Si è cercato di abbattere il concetto di “spazi dedicati”, sostituendolo con “spazi per tutti”, nella reale consapevolezza che le diversità hanno bisogno di chiare dimostrazioni di integrazione, non solo sociale ma anche spaziale. Non ci si limita a definire un percorso, ma a vivere un luogo. Questo obiettivo non è scontato, considerando la fortissima differenza con la quale ogni Paese affronta il tema e la non sempre attenzione che il progettista dovrebbe consapevolmente attuare allargando il principio, ma non diffonde un modo di abitare lo spazio (senza aree segregate o evidenti percorsi dedicati a volte però marginali).”

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