Foreste europee minacciate dal clima, 5 passi per salvarle

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Cinque azioni fondamentali per tutelare le foreste del Vecchio Continente, pesantemente esposte agli effetti del cambiamento climatico, dell’inquinamento e dell’urbanizzazione

Il CRA (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria) ha pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature (numero di marzo) uno studio finalizzato alla salvaguardia delle foreste europee, ecosistemi bioclimaticamente eterogenei e ad elevato tasso di biodiversita’, che coprono circa il 40% del territorio e sono in grado di assorbire oltre il 9% del carbonio prodotto dall’uomo ogni anno. Un futuro incerto propone uno scenario in cui il clima in Europa tende a riscaldarsi piu’ velocemente rispetto ad altre regioni del globo e fattori di disturbo quali eventi meteorici estremi, inquinamento ed urbanizzazione mettono a rischio la capacita’ di accrescimento delle foreste.

foresta-nera-germaniaGli autori Piermaria Corona e Silvano Fares del CRA-Silvicoltura, assieme a Giuseppe Scarascia Mugnozza (Universita’ della Tuscia) e Marc Palahi’ (European Forest Institute), evidenziano cinque azioni fondamentali per tutelare le foreste del Vecchio Continente, pesantemente esposte agli effetti del cambiamento climatico, dell’inquinamento e dell’urbanizzazione: 1. Selezionare tramite interventi selvicolturali le specie arboree in relazione alle loro capacita’ di adattamento alle condizioni climatiche e ai disturbi ambientali; 2. favorire l’assorbimento di carbonio, aumentando l’intensita’ dei diradamenti e dei tagli; 3. assecondare l’espansione di boschi con variabilita’ genetica in grado di contrastare attacchi patogeni; 4. porre maggiore impegno nell’utilizzo della biomassa forestale, incentivando i consumi di energia da fonti rinnovabili; 5. considerare come si possa agevolmente raggiungere un buon livello di protezione ambientale in armonia con lo sviluppo socio-economico del territorio. Se infatti da un lato i boschi stanno guadagnando terreno (l’incremento delle selve boschive e’ del 9% dal 1990), dall’altro vedono abbassare la loro produzione annuale di legno che diminuisce di circa lo 0,3% l’anno. Le sempre piu’ frequenti ondate di calore, le siccita’ e gli incendi stanno riducendo la salute e la produttivita’ dei boschi. A cio’ si uniscono gli effetti dannosi causati da inquinamento, urbanizzazione ed altri fattori antropogenici. Queste cinque azioni, oltre a favorire una gestione sostenibile delle aree forestali, garantirebbero altri benefici conseguenziali come la prevenzione del dissesto idrogeologico, la conservazione della biodiversita’, la salvaguardia del paesaggio, il contrasto e la mitigazione dei cambiamenti climatici fornendo anche un valido contrasto agli incendi. Al tempo stesso, l’impiego di manodopera nelle attivita’ selvicolturali puo’ promuovere consenso e stabilita’ sociale, facendo crescere nell’opinione pubblica il senso di rispetto verso il bosco. “Il fatto che uno studio sulla foresta sia stato pubblicato da Nature – afferma Ida Marandola, Direttore Generale del CRA – conferma che la sua salvaguardia e la sua corretta gestione sono al centro dell’interesse comune e in grado di apportare benefici all’intera collettivita’. E, a tal fine, il contributo della ricerca pubblica italiana, anche attraverso il CRA, si e’ rivelato determinante”.

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