Pasqua 2015: Taranto e Siviglia, i riti di due importanti città mediterranee a confronto
La Puglia, con innumerevoli tradizioni diverse e suggestivi riti religiosi, si sta preparando alla Pasqua all’insegna di profonda spiritualità, storia, arte e folclore. Un evento atteso con trepidazione, di forte importanza religiosa e sociale, è quello dei Riti della Settimana Santa di Taranto che, se per i credenti rappresentano il momento più appagante del desiderio di spiritualità, per i non credenti e gli scettici, una grandiosa manifestazione folkloristica e per gli operatori turistici una splendida occasione di guadagno, una cosa è certa: a questa stupenda tradizione il popolo tarantino non deve rinunciare in quanto la pietà popolare, cifra distintiva del popolo tarantino, in questi giorni, più che mai, si estrinseca nelle chiese, nelle vie, nelle piazze, in modo corale, partecipato e commosso.
Tralasciando la Taranto, tristemente associata al cancro, alle neoplasie polmonari, all’Ilva, all’inquinamento, ricordiamoci che essa ha tantissimo da offrire e deve molto alle sue origini elleniche (fu fondata nel 706 a.C. dagli Spartani), che costituiscono il presupposto del suo successivo sviluppo. La città vecchia accoglie con i suoi palazzi antichi, le sue chiese, le sue viuzze, il castello, i resti del tempio dorico… si, un centro storico sviluppatosi attorno al Duomo intitolato a San Cataldo, il Patrono, adagiato su un’isola. Più a largo, nel Mar Grande, si possono ammirare le Isole Cheradi, San Pietro e San Paolo. Taranto, che conquista con l’incantevole scenario del ponte girevole, Taranto, legata indissolubilmente al suo mare, al suo arsenale, inaugurato in pompa magna il 21 agosto 1889 da Umberto I, accompagnato dal principe Vittorio Emanuele e dal ministro Francesco Crispi; Taranto, la “città internazionale della Settimana Santa”.
Come noto, i Riti della Settimana Santa tarantina hanno inizio nel primo pomeriggio del Giovedì Santo, quando coppie di confratelli (perdùne) si dirigono in pellegrinaggio, con passo lento e dondolante (nazzecate) dalla Chiesa del Carmine ai sepolcri allestiti nelle principali chiese della città dove, a mezzanotte, prende il via, dalla Chiesa di San Domenico Maggiore, la Processione dell’Addolorata, scandita dal suono della troccola e da struggenti marce funebri, che vede sfilare per tutta la notte, nel simbolico viaggio di ricerca che la Madre compie verso il Figlio, la statua dell’Addolorata e 12 coppie di perdoni. Nel tardo pomeriggio del Venerdì ha inizio la Processione dei Misteri: sfilano 6 gruppi statuari portati a spalla per tutta la notte che vedono, in lenta successione: il Gonfalone, la Croce dei Misteri, le statue di Cristo all’orto, Cristo alla colonna, l’Hecce Homo, la Cascata, il Crocifisso, la Sacra Sindone, Gesù Morto e l’Addolorata. Il corteo, accompagnato da marce funebri attraverso le vie del borgo, farà rientro nella Chiesa del Carmine solo all’alba del mattino seguente quando, nel più atteso e commovente cerimoniale, il troccolante si avvicinerà al portone della chiesa per bussarvi 3 volte, facendovi rientro tra gli applausi della gente.
Nella Chiesa i confratelli, lontani dallo sguardo della folla, dopo aver asciugato le lacrime, si toglieranno cappuccio, mozzetta e camice, indossando i loro abiti per tornare alla vita di tutti i giorni. Una caratteristica peculiare della Settimana Santa di Taranto è la famosa Gara che le Confraternite svolgono durante la Domenica delle Palme. Si tratta di un’asta in cui i membri dei sodalizi dell’Addolorata e del Carmine si contendono l’onore e l’onere di portare in processione i Misteri e gli altri simboli della Passione. Una tradizione che ci ricorda come i riti della Settimana Santa siano, al tempo stesso, un atto di fede incondizionata e il momento in cui la cittadinanza mette in mostra e rinegozia i suoi equilibri sociali. La Settimana Santa 2015 di Taranto, sarà originalissima: quest’anno, infatti, si celebra il 250esimo anniversario delle donazione, da parte del patrizio tarantino Francesco Antonio Calò, alla Confraternita del Carmine, delle due statue di Gesù Morto e dell’Addolorata, fatte costruire a Napoli su commissione di don Diego Calò nel 1603. In questo contesto, in via del tutto straordinaria, l’Arcivescovo di Taranto “Monsignor Filippo Santoro” ha deciso di far ripercorrere alla Processione dei Sacri Misteri del Venerdì Santo, solo per quest’anno, le vie della Città Vecchia, effettuando, poi, una sosta nella Cattedrale di San Cataldo, che sarà aperta alle visite dei fedeli.
La Processione dei Sacri Misteri quindi ripercorrerà dopo 51 anni le vecchie vie dell’Isola ritornando, così, alla vera Tradizione tarantina che prevedeva le due Processioni appartenenti al Borgo Antico. Con questo ritorno al passato, non si vuole solo celebrare una data importante come quella dei 250 anni, ma è anche un modo per far conoscere ancor meglio le bellezze di una città martoriata dai problemi ambientali e dare la possibilità ai turisti di scrutarne affondo la bellezza delle sue tradizioni più importanti, tra cui i Riti della Settimana Santa. Ma quest’anno avete un altro buon motivo per visitare Taranto: durante il periodo pasquale, infatti, ci sarà l’apertura straordinaria del circuito archeologico della Città, ad opera dell’Ati “Taranto Sotterranea”, in collaborazione con il Comune di Taranto e la Soprintendenza Archeologica. Una meravigliosa possibilità di effettuare un’affascinante viaggio attraverso la storia antica della “Città dei due Mari” tra vaste aree di necropoli greche, tombe a camera ed ipogei, per la gioia di grandi e piccoli.
La devozione dei tarantini è stata, da alcuni, paragonata alla Settimana Santa di Siviglia, uno degli avvenimenti in cui nulla è lasciato al caso, in cui tutto segue uno scrupoloso rituale. Si tratta di uno degli appuntamenti più affascinanti del calendario spagnolo, in grado di attirare milioni di persone che vogliono assaporare il clima suggestivo che pervade la città nel periodo che va dal 29 marzo al 5 aprile 2015. Siviglia, capoluogo e la più grande città dell’Andalusia, non è solo la terra del ritmo, del flamenco, dei gitani… è una città antica, che è stata nei secoli fenicia, romana, araba e cristiana. Le grandi protagonisti della Semana Santa sono le Confraternite (“cofradias”), risalenti al 15esimo secolo, che trascorrono tutto l’anno a preparare questo momento, fabbricando costumi, carri, sculture a grandezza naturale, incentrate soprattutto sul dolore della Madonna e sul martirio di Cristo.
I carri vengono portati dai portantini con tuniche (Costaleros), accompagnati dai Nazarenos, penitenti incappucciati che cercano di espiare i loro peccati. Solo a Siviglia esistono 57 Confraternite le quali, durante la Settimana Santa, approntano 116 carri, accompagnati dall’incredibile cifra di 50.000 Nazarenos che avanzano sotto la struggente musica di una fanfara. Il momento clou è il Venerdì Santo quando le statue della Madonna e di Cristo vengono portate dai confratelli sino alla Cattedrale. La Madonna in questione è la famosa Macarena, una venerata statua Patrona dei toreri, della corrida e della città di Siviglia. Tra fiati, percussioni, rulli di tamburi, irrompe il silenzio per lasciare il posto al penetrante suono di una Saeta, il canto struggente sulla Passione di Cristo che ha origine dal flamenco.