Nella Russia europea torna l’inverno: intense nevicate imbiancano diverse città del Volga, fiocchi pure su Mosca

  • I fiocchi osservati stamattina su Mosca
  • Gli effetti delle intense nevicate avvenute sulla regione del Volga
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MeteoWeb

Freddo e neve tornano a colpire la Russia europea, imbiancate diverse città, fiocchi pure a Mosca

Nonostante gli anticipi di primavera, dei giorni scorsi, nella Russia europea l’inverno è duro a morire. Difatti proprio nella giornata odierna una nuova ondata di freddo, in discesa dal mar di Barents, si è gettata a capofitto sopra le pianure della Russia europea, riportando i termometri su valori al di sotto dei +0°C, con il conseguente ritorno della neve fino a quote pianeggianti su buona parte della Russia europea centro-settentrionale e lungo la regione del Volga. Con l’avvento di questa massa d’aria piuttosto fredda, d’estrazione polare continentale, la quota dello “zero termico” ha raggiunto il piano fino alla regione di Kazan, causando nevicate davvero significative, con importanti accumuli al suolo.

11026810_889766767713413_962211254787168058_nIn particolare nelle aree a nord del bacino del Volga e nella regione degli Urali settentrionali, dove si sono verificati veri e propri rovesci di neve, agevolati dalle temperature, largamente inferiori ai +0°C. Questa avvezione fredda è stata prodotta dalla persistenza di una estesa e robusta area anticiclonica dinamica, che dal mar del Nord si è spinta con i propri elementi più settentrionali fino alle coste della Norvegia centro-meridionale. Questa ampia struttura anticiclonica, da giorni persistente fra il Regno Unito e la penisola Scandinava, caratterizzata da elevati valori di geopotenziale in quota, ha costretto il ramo principale del “getto polare” a spingersi sopra i 60° di latitudine nord, fin sul mar di Barents, per poi aggirare a nord l’ostacolo anticiclonico, deflettendo successivamente verso sud-est, al traverso della Finlandia e dell’ovest della Russia europea, con un ramo meridianizzato che si prolunga fino al bassopiano Sarmatico e all’area degli Urali. La presenza di questo ramo discendente del “getto polare”, che dal mare di Barents si spinge fino all’entroterra russo, sta alimentando una saccatura artica, che dal mare di Barents si protende in direzione delle pianure Sarmatiche, allungandola ulteriormente verso latitudini più meridionali, permettendo così il conseguente ingresso di masse d’aria molto fredde di diretta estrazione artica (facenti capo alla circolazione del vortice polare in azione sul mar Glaciale Artico).

I fiocchi osservati stamattina su Mosca
I fiocchi osservati stamattina su Mosca

Queste affluendo a tutte le quote tendono a scivolare lungo il margine orientale del promontorio anticiclonico da giorni insistente sul mar del Nord, sotto una moderata ventilazione da NO e N-NO, che dal mare di Barents dilaga sopra le vaste pianure sarmatiche, determinando un brusco calo termico, oltre che una significativa destabilizzazione atmosferica, esacerbata proprio dall’affondo meridiano del ramo principale del “getto polare”, fino alla regione del Volga, incrementando l’avvezione di vorticità positiva sull’intero territorio russo. All’interno della saccatura, a seguito della sensibile intensificazione della vorticità positiva in quota, si è innescata una ciclogenesi interamente riempita da aria molto fredda e pesante, di diretta estrazione polare. Questo vortice ciclonico, colmo di aria molto fredda, per non dire gelida in quota, dopo essersi chiuso all’interno dell’asse di saccatura tende ad allontanarsi verso gli Urali settentrionali, assieme all’annesso sistema frontale ormai totalmente occluso nei bassi strati responsabile delle nevicate che in mattinata hanno interessato Kazan, l’Oblast’ di Saratov e la regione di Nizhny, dove sono caduti fino ad oltre 4-5 cm di neve fresca sul terreno. Ma la neve in mattinata ha fatto la sua comparsa pure sulla capitale Mosca, con fioccate prevalentemente bagnate che hanno depositato un sottile velo bianco in alcuni quartieri della metropoli russa.

Gli effetti delle intense nevicate avvenute sulla regione del Volga
Gli effetti delle intense nevicate avvenute sulla regione del Volga

Nel corso delle prossime ore la circolazione depressionaria evoluta in “CUT-OFF” si posizionerà a ridosso degli Urali, contribuendo ad accelerare la circolazione dei venti dai quadranti settentrionali, che dal mar di Barents si riversano sopra le pianure della Russia europea, sfondando fino alle alture del Volga e alla steppa dei Chirghisi, nel Kazakistan occidentale, dove l’affondo freddo sfogherà sotto forma di una sostenuta ventilazione da O-NO e Ovest. Tale processo darà vigore all’avvezione fredda che dalla serata e dalla prossima notte estenderà i propri effetti su gran parte della Russia europea e il Kazakistan occidentale, sotto forma di un forte calo termico, il rinforzo sensibile della ventilazione da NO e O-NO, più da Ovest sul Kazakistan occidentale, e nevicate a carattere sparso fino al piano in diverse città della Russia europea, in particolare lungo la regione del bacino del Volga. Le masse d’aria molto fredde, di origini artiche, scivolando sul bassopiano Sarmatico e l’area degli Urali tenderanno a scalfire lo strato di aria più mite che nel frattempo si era depositato nei pressi del suolo, dando origine a delle turbolenze che agevoleranno lo sviluppo di annuvolamenti, a prevalente carattere cumuliforme.

Questi annuvolamenti cumuliformi, sviluppandosi nel pieno dell’avvezione fredda a attiva a tutte le quote, riusciranno a dare la stura a nevicate e deboli rovesci di neve in diverse località della Russia europea orientale e degli Urali, dove i termometri scenderanno di poco sotto la soglia dei +0°C. Entro domani la neve, oltre a Kazan, potrebbe imbiancare città come Samara, Simbirsk e probabilmente pure Uralsk, nell’estremo settore del Kazakistan nord-occidentale. Le città dell’ovest, inclusa la capitale Mosca, invece dovrebbero rimanere solo ai margini di questa ondata di freddo tardiva, tanto da escludere fenomeni nevosi degni di nota grazie alla maggiore influenza dell’anticiclone scandinavo che farà traslare il grosso del nocciolo freddo in quota in corrispondenza dei monti Urali.

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