Obesità e diabete: previsto il 18% in meno di produttività entro 20 anni

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Nei Paesi dell’area Ocse, l’impatto negativo è valutato all’incirca in un -18% di produttività nei prossimi 20 anni

‘The bitter aftertaste of sugar’, letteralmente ‘Il retrogusto amaro dello zucchero’, è questo il titolo del rapporto redatto dagli esperti della banca d’investimenti Morgan Stanley, che hanno analizzato dal punto di vista economico l’impatto del consumo eccessivo di zuccheri sulla Salute e sulla crescita economica nei principali Paesi, sviluppati e in via di sviluppo, del pianeta. Nei Paesi dell’area Ocse, questo impatto negativo – legato all’accoppiata diabete/obesità – è valutato all’incirca in un -18% di produttività nei prossimi 20 anni. E’ uno dei temi su cui si confronteranno gli esperti dell’associazione Associazione medici diabetologi al ventesimo congresso, organizzato a Genova che aprirà i battenti il 13 maggio al Centro congressi ‘Magazzini del cotone’. Secondo gli esperti Morgan Stanley un’alimentazione equilibrata è un fattore chiave nel determinare lo sviluppo economico a lungo termine di una popolazione, e l’eccesso nel consumo di zuccheri, che porta a sovrappeso, obesità e diabete, mette a serio rischio la crescita economica. Tra i Paesi a maggior rischio figurano quelli in cui i tassi di diabete e obesità sono già particolarmente elevati (Cile, Repubblica Ceca, Messico, Usa, Australia e Nuova Zelanda), che vedranno perdite di produttività tra il 20 e il 32%. Migliore la situazione in Giappone, sotto al 10%, Svizzera, Francia e Italia, sotto al 15%. “Diabete e obesità sono due problemi di Salute pubblica mondiali, fortemente legati alla modifica degli stili di vita avvenuta dal dopoguerra in avanti nei Paesi occidentali e attualmente in corso in quelli in via di sviluppo”, ha commentato Antonio Ceriello, presidente Amd. “Uno stile di vita improntato a maggiore sedentarietà e a consumi alimentari in eccesso, accompagnato dalla crescita del benessere economico, ma che come effetto paradosso produce seri problemi si sostenibilità. Aumenta infatti – aggiunge il presidente Amd – l’aspettativa di vita, ma crescono le malattie cosiddette proprie del benessere, che purtroppo mostrano effetti cronici a lungo termine, con costi sanitari e assistenziali enormi. “A farne le spese sono tutti i sistemi sanitari, ma in particolare quelli dei Paesi che come il nostro offrono assistenza complessiva alla popolazione”. Il congresso di Genova affronterà, oltre agli aspetti sanitari, anche quelli clinici e scientifici. La prima giornata di lavori, il 13 maggio si aprirà con una sessione inaugurale dal titolo “Il problema diabete in Italia: dalle proposte alle possibili soluzioni”, cui seguirà, nella giornata successiva, il meeting congiunto con Idf-International Diabetes Federation sull’impatto del diabete in Europa e nel mondo e le azioni di contrasto messe in atto a livello di comunità scientifica e politica.

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