Terremoto Nepal: a Kathmandu arrivano i primi aiuti internazionali, ora si teme per il maltempo che potrebbe ostacolare le ricerche dei superstiti

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Dopo le devastazioni causate dal sisma ora si teme per l’arrivo del maltempo che potrebbe ostacolare la macchina dei soccorsi

Dopo le devastazioni e la distruzione causata dalla tremenda scossa tellurica di ieri ora in Nepal si sta mettendo in moto la macchina dei soccorsi per tentare di salvare quante più vite possibili. Di fronte alla catastrofe il governo del Nepal ha decretato lo stato di calamità nazionale. Le vittime crescono senza sosta e l’ultimo bilancio parla di 2.152 morti (solo in Nepal) e oltre 5.000 feriti. Il governo ha inoltre disposto la chiusura di tutte le scuole per una settimana. Nel frattempo nell’aeroporto internazionale di Kathmandu, riaperto dalle autorità nepalesi, sono già arrivati i primi aerei cargo dall’India e dalla Cina (paesi vicini al governo nepalese) che hanno trasportato i primi aiuti umanitari, oltre a squadre di soccorso specializzate a fronteggiare simili calamità naturali.

nepal terremoto epicentro (3)Ma anche Stati Uniti, Russia e Israele stanno inviando importanti aiuti, con ospedali da campo e materiale sanitario utile a portare i primi soccorsi. In particolare la Russia ha inviato due velivoli con a bordo soccorritori per dare il loro sostegno alle autorità locali, come annunciato dal viceministro delle Emergenze Vladimir Stefanov, mentre il governo di Tel Aviv ha inviato una squadra sanitaria del Pronto soccorso ebraico. Altri aerei cargo stanno arrivando anche dal Pakistan e da molti altri stati dell’Europa e dell’Asia. Fra cui anche l’Italia. Come riferisce l’Ansa il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni esprime la propria vicinanza al Nepal e segue costantemente lo sviluppo degli avvenimenti. Con l’obiettivo di contribuire alla drammatica situazione, riferisce una nota, il ministro ha subito disposto un aiuto di emergenza per un ammontare di 300.000 euro su fondi della Cooperazione.

LaPresse/Reuters
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Il finanziamento verrà canalizzato attraverso la Federazione Internazionale della Croce Rossa e consentirà alla Croce Rossa nepalese di realizzare attività di primo soccorso nel paese. Ma nonostante gli sforzi davvero immensi ancora si fa fatica a raggiungere i villaggi di montagna e le piccole città più remote del paese, a causa dell’interruzione delle strade e dell’impossibilità i poter stabilire dei contatti telefonici. Si teme che le frane e le slavine innescate dal violento scuotimento prodotto dal sisma possano aver distrutto diversi villaggi montani che potrebbero essere stati spazzati via dai detriti precipitati a grandissima velocità dagli impervi versanti meridionali delle vette dell’Himalaya. Proprio ora che la macchina dei soccorsi comincia a divenire operative ora si teme un peggioramento delle condizioni meteorologiche, per l’arrivo di piogge e anche brevi temporali, che potrebbero creare non poche difficoltà.

nepal 02Già nel pomeriggio di domani su Kathmandu si fa elevato il rischio di piogge e brevi rovesci. Difatti in questo periodo dell’anno, a causa del forte “gradiente termico” che si viene a sviluppare fra le pianure dell’India e del vicino Pakistan, dove il passaggio del sole allo “Zenit” favorisce l’accumulo di aria molto calda e secca fino alla media troposfera, e l’altopiano tibetano, ancora piuttosto freddo, si determina una accentuazione dell’instabilità atmosferica, favorendo l’improvvisa formazione di violenti temporali di calore proprio lungo il versante sud dell’Himalaya, fra il nord dell’India, il Nepal e il Bangladesh, accompagnati da autentiche tempeste elettriche, forti rovesci di pioggia e colpi di vento. Questi intensi fenomeni temporaleschi, tipici nel periodo caldo pre-monsonico, scoppiano di colpo, non appena il ramo principale del “getto sub-tropicale” e aria fresca e molto secca dall’altopiano del Tibet sconfina sopra lo spesso strato di aria molto calda e secca, che in questo periodo comincia a formarsi sopra l’area indo-pakistana.

LaPresse/Reuters
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Tale sconfinamento dell’aria fresca e secca e del “getto sub-tropicale” in quota innesca grandi turbolenze pronte ad estendersi fino ai limiti superiori della troposfera e ad interessare il settore meridionale dell’Himalaya, con gli imponenti cumulonembi temporaleschi capaci di avvolgere le cime himalayana, con conseguenti drastiche riduzioni della visibilità. La caratteristica di questi temporali è quella di essere caratterizzati da forti “updrafts”, visto il notevole potenziale termico presente nei bassi strati (aria molto calda d’origine sub-tropicale continentale) che contribuisce a far esplodere verso l’alto i cumulonembi, facendogli raggiungere delle altezze considerevoli, ben oltre i 12-14 km di spessore.

langtang02Raggiunte queste quote le incudini dei cumulonembi tendono ad essere spazzate dai violentissimi venti del “getto” (di solito provenienti da Ovest o O-SO) e si portando a notevole distanza dalla base dei cumulonembi, divergendo verso est e assumendo il tipico asse obliquo, ben identificabile dalle moviole satellitari, causando anche una importante perdita di aria (dalla sommità) sospinta dal “getto“ stesso. In questi casi, per la perdita di molta aria pilotata dai bassi strati dai moti ascensionali, la “Cellula temporalesca” è costretta a richiamare altra aria calda dall’ambiente circostante, intensificando notevolmente il temporale che può divenire veramente forte, apportando precipitazioni molto forti accompagnate da impetuose raffiche di vento prodotte dai “downbursts” (forti correnti discendenti che raggiungono il suolo e tendono a divergere orizzontalmente in più direzioni).

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