Estate, pericolo punture di tracina: ecco come contrastarle e prevenirle

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Il pesce ragno, detto anche raganella o tracina, appartenente alla famiglia delle Trachinidae, è molto diffuso in tutto il Mediterraneo, ma anche nel Mar Nero, nelle acque atlantiche europee, sino alla Scozia a nord e alle Canarie al sud, lungo l’Africa occidentale e nelle acque cilene. Si aggira sui fondali sabbiosi e fangosi , entro i primi 30 metri di profondità (pur essendo stato segnalato sino ai 150 metri) ed è dotato di spine dorsali (da 5 a 7), collegate a un tessuto spugnoso che produce veleno, che vengono erette quando ci si avvicina al suo nascondiglio o quando esso caccia una preda.

TRACINA COPA volte potrebbe capitare di calpestarla involontariamente e di pungersi.  La tracina (dal latino “trachinus”, dal greco “traknus” (pungente), detta weever in inglese (si tratta di una corruzione del termine wyvern (vipera) hanno molecole tossiche di natura proteica, tra cui la dracotossina. ll veleno della tracina provoca dolore intenso. In alcuni casi, soprattutto quando c’è anche forte ansia o in casi estremi (affaticamento, disidratazione), si possono avere nausea, vomito, tremori e svenimento. Per cominciare, se possibile, di deve far uscire al più presto il veleno iniettato spremendo la zona della puntura.

TRACINA COP OKSi deve sempre controllare l’assenza di frammenti di aculei sotto la pelle, disinfettare e premere sulla puntura per fermare la eventuale fuoriuscita di sangue. Ricordatevi di stare a riposo e all’ombra e, se non c’è nausea, di bere acqua non fredda a piccoli sorsi (2 litri in 24 ore, specie in estate, è il minimo da fare).Per alleviare rapidamente il lancinante dolore della puntura, tenendo presente che il veleno è termolabile, immergete la zona colpita in acqua calda ( tra i 37° e i 40°), non importa se dolce o salata, per almeno 30 minuti.

TRACINAMai ricorrere, in questi casi, ai rimedi fai da te come sigarette spente, lattice delle euforbiacee, urina. Il dolore generalmente raggiunge il culmine in 45 minuti e poi diventa meno intenso, ma in alcuni casi è molto forte anche per 24 ore e si accompagna a formicolii e a disturbi della sensibilità della cute vicina alla zona colpita. Tra i trattamenti farmacologici, il medico può ritenere necessaria la somministrazione di analgesici, antinfiammatori, cortisonici topici e la profilassi antitetanica.

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