La tempesta tropicale “Erika” causa piogge alluvionali a Dominica, dopo Hispaniola minaccia la Florida

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Dopo aver causato una disastrosa alluvione lampo sull’isola di Dominica “Erika” potrebbe risalire fino alle coste della Florida

Il passaggio della tempesta tropicale “Erika” fra le Piccole Antille e l’isola di Hispaniola, purtroppo, ha causato almeno 12 morti e ingenti danni materiali, a seguito delle piogge torrenziali associate all’intensa attività convettiva del nucleo della perturbazione. Difatti la tropical storm presenta al proprio interno un area di convezione molto profonda, che favorisce lo sviluppo di imponenti “Cluster temporaleschi” capaci di dare la stura a precipitazioni di carattere torrenziale, con accumuli superiori ai 200-250 mm in meno di 24 ore.

dominicanaBasti pensare che su alcune isole nel giro di 12-24 ore sarebbero caduti fino ad oltre 250-300 mm di acqua dopo ore di piogge torrenziali. Nella notte fra mercoledì 26 e la mattinata i giovedì 27 Agosto la stazione meteorologica dell’aeroporto di Canefield, sull’isola di Dominica, ha registrato ben 320,6 mm di pioggia in sole 12 ore. Il “forcing” orografico esercitato dai rilievi interni dell’isola al flusso caldo e molto umido associato alla tempesta tropicale ha contribuito ad esacerbare l’apporto pluviometrico, specie lungo le coste occidentali di Dominica, maggiormente esposte all’intensa ventilazione occidentale attiva lungo il bordo più meridionale di “Erika”. Un autentico diluvio che ha innescato una tragica alluvione lampo che ha mietuto 12 morti e ingentissimi danni materiali, con case seriamente danneggiati o completamente allagate dall’onda di piena. L’ingente quantitativo d’acqua caduto su Dominica, non potendo essere smaltito, si è riversato sulle coste dell’isola, con le strade principali trasformate in veri e propri fiumi in piena.

allerta meteo uragano Erika (6)Malgrado l’intensificazione del “wind shear” in quota e le iniezioni di aria più secca in quota “Erika” presenta lungo il proprio lato settentrionale e sud-orientale una attività temporalesca molto intensa che continua a rigenerarsi, autoalimentandosi grazie al calore latente rilasciato dalle calde acque superficiali del mar dei Caraibi. La tempesta pero già a partire dalle prossime ore, avvicinandosi alle coste orientali dell’isola di Hispaniola, oltre ad essere investita da un flusso di forti correnti occidentali in quota che allenteranno l’attività convettiva attorno al nucleo centrale di “Erika”, rischia di indebolirsi, a causa dell’attrito esercitato dalla catena montuosa che caratterizza l’entroterra della Repubblica Dominicana.

La tempesta tropicale "Erika" vista dal satellite visibile (credit NASA)
La tempesta tropicale “Erika” vista dal satellite visibile (credit NASA)

Nel corso della mattinata odierna, mantenendo la traiettoria verso nord-ovest, la tempesta tropicale andrà ad impattare verso le coste meridionali della Repubblica Dominicana, passando con il centro poco ad ovest della capitale Santo Domingo. L’avvicinamento della tempesta causerà una forte ondata di maltempo che colpirà la parte orientale dell’isola Hispaniola, in particolare la Repubblica Dominicana che sarà soggetta a forti rovesci di pioggia e temporali, che produrranno degli allagamenti, accompagnati da una ventilazione piuttosto sostenuta. Ma le bande nuvolose periferiche porteranno piogge a tratti intense e fenomeni temporaleschi, anche di forte intensità, nella giornata di domani colpiranno anche l’isola di Puerto Rico. Ancora pero regna una grande incertezza sulla futura rotta di “Erika” dopo il passaggio sull’isola di Hispaniola. Questo perché la grande isola caraibica, con i rilievi al suo interno, è nota per essere una delle prime cause di morte anticipata dei cicloni tropicali che l’ha investono.

Le forti piogge associate al passaggio di "Erika" sulle coste orientali di Hispaniola
Le forti piogge associate al passaggio di “Erika” sulle coste orientali di Hispaniola

Dal 1950 ad oggi sono decine gli uragani (alcuni anche di grosse dimensioni) e le tempeste tropicali che dopo aver investito in pieno Hispaniola si sono notevolmente indebolite fino a raggiungere Cuba o la Florida come semplici depressioni tropicali, con una circolazione ciclonica disorganizzata. Per i cicloni tropicali l’impatto con gli elevati rilievi della Cordigliera Centrale (le vette più elevate superano i 3000 metri di altezza), nell’entroterra dominicano (non lontano dai confini con Haiti), può risultare a dir poco distruttivo, visto che l’aspra orografia della grande isola caraibica è in grado di causare un brusco indebolimento della circolazione ciclonica nei bassi strati, arrestando l’alimentazione umida dal mar dei Caraibi. Sovente, per rinforzarsi, le aree cicloniche che superano l’ostacolo orografico di Hispaniola sono costrette a scivolare in mare, fra le Bahamas e la parte est di Cuba, dove possono trovare il terreno fertile per una nuova fase di potenziamento, se in presenza di un ambiente molto caldo e umido nei medi e bassi strati.

La probabile traiettoria del sistema nel corso dei prossimi giorni
La probabile traiettoria del sistema nel corso dei prossimi giorni

Con molta probabilità la stessa sorte toccherà anche ad “Erika” che entro la serata di domani passerà sopra la Repubblica Dominicana prima di oltrepassare i rilievi dominicani per rifinire nuovamente in mare, a sud delle Bahamas, come una intensa depressione tropicale capace di scaricare forti piogge e temporali nell’area centrale. Passando poco ad ovest delle Bahamas “Erika”, nel corso della serata di domani, risucchiando ulteriore calore latente dal tratto di mare antistante le coste della Florida potrebbe essere nuovamente promossa a tempesta tropicale, con venti medi sostenuti sugli 80-90 km/h e raffiche ad oltre i 100 km/h. Una volta vicina alle coste meridionali della Florida, nella giornata di lunedì, il transito di una saccatura in uscita dagli USA centrali potrebbe risucchiare “Erika” verso nord, spingendola sulle coste della Florida occidentale allo status di depressione tropicale o di una tempesta tropicale in grado di apportare forti precipitazioni, capaci di arrecare allagamenti e possibili “flash floods”.

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