Smettere di fumare riduce del 30-40% il rischio di morte per cancro al polmone

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Smettere di fumare, in qualsiasi momento della vita, riduce del 30-40% il rischio di morire per cancro del polmone e per tutte le altre cause. Lo dimostrano i dati presentati in Usa, a Denver, alla Conferenza Mondiale sul Cancro al Polmone, da Ugo Pastorino, direttore della Chirurgia Toracica all’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. Si tratta di uno studio finanziato dall’Associazione per la Ricerca sul Cancro (AIRC), che ha coinvolto quasi 4mila persone, che si sono sottoposte alla tac spirale a scopo di diagnosi precoce.

STOP FUMO NUOVA - Copia - CopiaA tutte e’ stato proposto piu’ volte di smettere, ma ben diversi sono i risultati registrati su chi ha accettato questo consiglio e chi invece ha proseguito a fumare: “A distanza di circa 10 anni dall’inizio dello studio – spiega Pastorino – chi ha smesso di fumare, o prima di entrare nel programma di screening o durante, ha un netto vantaggio rispetto a chi non smette di fumare: infatti la mortalita’ di chi ha continuato a fumare nei dieci anni di durata dello studio e’ quasi doppia rispetto a chi ha smesso”. L’idea, diffusa tra i fumatori, che smettere di fumare dopo tanti anni di ‘vizio’ non serva a nulla, e’ quindi ufficialmente smentita dalla scienza. Pastorino cosi’ continua: “E’ essenziale associare la diagnosi precoce all’interruzione del fumo. Negli ultimi anni abbiamo messo a punto un test sul sangue che aiuta nella diagnosi precoce di tumore al polmone, anticipando i risultati della tac spirale. Lo studio sempre piu’ approfondito dei marker ematici potra’ cambiare le prospettive di diagnosi precoce e migliorare l’efficacia dei percorsi di cura”. “La buona notizia di oggi – conclude il chirurgo oncologo – e’ proprio questa: con l’azione combinata del test del sangue in funzione della diagnosi precoce, con il ruolo giocato dai farmaci piu’ avanzati e con la contemporanea cessazione dal vizio del fumo, ci sono le premesse per ridurre in modo sostanziale le percentuali di rischio e di mortalita'”.

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