Spazio e assenza di gravità: primo viaggio nel cervello degli astronauti

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Analizzato, con la risonanza magnetica, il cervello di 16 astronauti vissuti sulla Stazione Spaziale Internazionale

Primo viaggio nel cervello degli astronauti, per capire che cosa succede quando in orbita non esistono piu’ un su e un giù, ne’ gli altri punti di riferimento presenti sulla Terra. Potrebbe aiutare gli astronauti impegnati nella lunga missione per Marte e svelare la base di molti disturbi dovuti alla difficolta’ del cervello di adattarsi ai segnali del corpo, come alcuni tipi di vertigine. Due gruppi di ricerca indipendenti, con il supporto di Nasa e Agenzia Spaziale Europea (Esa), hanno analizzato con la risonanza magnetica il cervello di 16 astronauti vissuti sulla Stazione Spaziale Internazionale. La risonanza e’ stata fatta prima del lancio e dopo il ritorno sulla Terra. ”Stiamo esaminando il volume di diverse strutture del cervello per vedere se cambiano di dimensione o forma durante il volo spaziale”, ha detto uno degli autori, Rachael Seidler, della universita’ americana del Michigan.

Dal punto di vista del cervello, la vita nello spazio e’ molto stressante. I segnali provenienti dal corpo mandano il cervello ‘in tilt’ appena si galleggia in assenza di peso. L’orecchio interno, per esempio, segnala una caduta, ma gli occhi mostrano che non e’ cosi’. Anche la risalita del sangue verso il cervello mentre si fluttua in assenza di peso, e’ segnalata come una posizione a testa in giu’ me nello spazio non c’e’ alto o in basso. Tutto questo, secondo Seidler ”causa illusioni percettive, cosi’ come difficolta’ nel coordinare il movimento degli occhi e della testa”. Tuttavia gli astronauti si adattano velocemente e nel giro di pochi giorni galleggiano nella casa nello spazio come se fossero nati li’. Scoprire come il cervello impara a compensare i cambiamenti che si verificano nello spazio e quanto tempo ci vuole per adattarsi aiutera’ a trovare soluzioni per gli astronauti della futura missione per Marte. Infatti, il veloce passaggio tra un volo prolungato e la gravita’ del pianeta rosso potrebbe creare problemi subito dopo l’atterraggio, e si studiano gia’ soluzioni per far sentire gli astronauti subito in forma ed essere capaci di svolgere attivita’ come guidare un veicolo.

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