Sono circa 7000 i nuraghi sparsi per la Sardegna. Ecco cosa sono e a cosa servivano queste opere straordinarie, uniche del loro genere, esempio dell’antica civiltà nuragica
Ad oggi trascurati, i nuraghi sono una traccia importante della civiltà sarda antica di milioni di anni. Sono circa 7000, sparsi per la Sardegna. Si tratta di torri megalitiche tronco/coniche, a base circolare, costruite con grandi massi poggiati l’uno sull’altro, secondo una disposizione concentrica che va, via via, restringendosi. Dell’antica civiltà nuragica, sviluppatasi nell’isola a partire dall’Età del Bronzo Medio, terminando all’incirca in corrispondenza della dominazione punica, non si sa molto.
I nuragici erano soprattutto pastori, le cui tribù e persino i clan erano spesso in lotta per l’accaparramento di nuovi pascoli. I diversi archeologi che hanno ispezionato alcuni nuraghi in buone condizioni, hanno avanzato diverse supposizioni circa la loro utilità. Secondo alcuni, quelli situati sulle alture o in luoghi panoramici fungevano da torri di avvistamento; i nuraghi costruiti laddove sorgevano i villaggi, servivano, probabilmente, come luoghi di raduno per la discussione di questioni politiche o inerenti la gestione della comunità, mentre secondo un’altra opinione i nuraghi potevano servire per la celebrazione di riti religiosi.
L’esempio più eloquente di come doveva essere un villaggio nuragico è visibile nel sito archeologico “ Su Nuraxi” di Barumini, dichiarato, nel 97’, Patrimonio Mondiale dell’Umanità, con un caratteristico labirintico villaggio con viottoli strettissimi, case corte, pozzi, cisterne e capanne; reso ancora più suggestivo dalla presenza di un nuraghe cosiddetto “quadrilobato” con la parte più antica, la torre centrale, alta 19 metri, costituita da 3 tholos (camere nuragiche) sovrapposte, risalente al 1478 a.C. I nuraghi sono opere straordinarie uniche nel loro genere e forse è proprio il mistero che li avvolge a renderli ancora più affascinanti.