Ancora poco e nulla è stato fatto per ripristinare la normalità nel Sannio ed in queste condizioni le aziende possono solo chiudere
Diverse settimane fa, una violenta alluvione colpì il territorio del Sannio. Ancora poco è stato fatto e per questo motivo gli agricoltori campani si dicono “preoccupati dalla confusione che e’ stata generata sulla chiusura dei programmi comunitari in Campania e dalle mancate azioni annunciate per il Sannio sul fronte europeo e nazionale”. Ad affermarlo è la Cia, che mostra come ”la Commissione europea, nella discussione di ieri, non ha affrontato minimamente il tema dell’eccezionalita’ dell’evento calamitoso nel Sannio e tanto meno qualsiasi forma di utilizzazione dei fondi della programmazione 2007/2014 oltre il 31 dicembre 2015 attraverso sospensive, deroghe, proroghe, congelamenti”. Nonostante il Settore Agricoltura e il Ministero abbiano annunciato un intervento immediato nel territorio campano, la Cia sottolinea che ancora nulla è avvenuto. Per questo motivo, Alessandro Mastrocinque, vice presidente nazionale della Cia e presidente della Cia Campania comunica che “scenderemo in piazza”. Infatti sottolinea che “in queste condizioni le aziende agricole possono solo chiudere. Gli agricoltori chiedono fatti ed auspichiamo che la Regione Campania ci possa essere vicina, considerata la sensibilita’ sul tema del presidente De Luca”. A Mastrocinque, si aggiunge Mario Grasso, il direttore della Cia Campania che ha precisato che “adesso basta con la disinformazione, le false illusioni per un territorio ferito e martoriato dal maltempo. E’ il momento di fare chiarezza e agevolare un territorio che solo con i propri mezzi si sta risollevando”.
La Cia indica anche quali siano le misure da utilizzare per evitare di causare danni ai beneficiari del Psr di tutta la Campania, cioè: concedere ai beneficiari del Psr la possibilità di chiudere i pagamenti entro il 15 dicembre, possibile solo mostrando la chiusura degli investimenti, entro il 20 novembre; per i pochi beneficiari che non riescono a chiudere in questi tempi, è necessario prevedere l’utilizzazione dei fondi della programmazione 2014/2020 (la Ccommissione europea su questo gia’ si espressa che nulla osta a pagare i beneficiari con i fondi 2014/2020)”. Sempre per la Cia, il ministero ”deve riconoscere nel piu’ breve tempo possibile lo stato di calamita’ naturale in base alla legge 102/92 e conseguentemente attivare ad horas gli strumenti previsti dalla legge 102/92 che non prevedono aiuti dal fondo di solidarieta”’. Tradotto, questo vuol dire che bisogna bloccare il versamento dei contributi per le imprese per due anni, congelare le cartelle di Equitalia per due anni, rifornire il fondo, aiutando le imprese danneggiate. E’ necessaria, secondo Raffaele Amore vicepresidente della Cia di Benevento, modificare la normativa infatti “non solo imprese agricole ma anche industrie e Comuni della provincia di Benevento sono beneficiari dei Fondi comunitari per lo Sviluppo Rurale. Dopo l’alluvione la priorita’ e’ stata ristabilire le condizioni minime di vivibilita’ per i cittadini. Fare chiarezza e trovare soluzioni efficaci e veloci sugli investimenti finanziati dall’Unione Europea – che poi sono proposte condivise sia dalla Regione Campania, sia dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali – e’ una semplice questione di buon senso”.