Cambiamenti climatici: il 2015 è stato un anno di record negativi

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A breve inizierà la Conferenza sul Clima di Parigi, ma facendo un bilancio della situazione climatica e ambientale del 2015, i risultati non sono per niente positivi

Mancano meno di 20 giorni all’inizio della Conferenza sul Clima di Parigi, che vedrà i leader di diversi Paesi di tutto il globo impegnati in una serie di incontri che avranno come obbiettivo, quello di stabilire delle “regole” e delle politiche di intervento mondiale, per far fronte al riscaldamento globale che sta diventando un serio e pericoloso problema. Gli effetti dei cambiamenti climatici sono già sotto gli occhi di tutti, ma la situazione è destinata a peggiorare, dato che secondo le stime fatte dagli esperti, se non si interviene per frenare il fenomeno, entro il 2100 la temperatura su tutta la Terra potrebbe aumentare di ben 4°, con devastanti conseguenze. Gli interventi e le politiche volte a diminuire l’emissione di gas serra, causa principale del riscaldamento globale, hanno lo scopo di far scendere questa soglia a 2°.

Ebbene, alle soglie dell’avvio dei lavori della Conferenza di Parigi, si può affermare che non poteva essere organizzata in un momento migliore, dato che questo 2015 è stato uno dei peggiori, se non il peggiore di sempre, in materia di record climatici negativi. Innanzitutto proprio quest’anno la temperatura climatica media della Terra è aumentata di 1 grado celsius, rispetto ai livelli pre-industriali. A comunicarlo sono stati gli scienziati del Met Office, l’ufficio meteorologico britannico. In parte questo è avvenuto a causa di El Niño, ma anche gas serra hanno fatto la loro parte importante. Stephen Belcher, direttore del Hadley Centre del Met Office, ha dichiarato che “Abbiamo avuto eventi naturali simili in passato, ma questa è la prima volta che stiamo per raggiungere la soglia di 1 grado, ed è chiaro che è l’azione umana a guidare il nostro clima moderno verso un territorio inesplorato“.

Gli effetti del caldo che da settimane attanaglia il continente antartico
Gli effetti del caldo che attanaglia il continente antartico

Un’ulteriore notizia negativa del 2015, riguarda un altro pessimo record di quest’anno nefasto: se continua così potrebbe diventare l’anno più caldo di tutti i tempi. Inoltre, a dispetto di tutti i buoni propositi di coloro i quali prenderanno parte alla Conferenza sul clima, possiamo metterci l’anima in pace: le emissioni di anidride carbonica resteranno nella nostra atmosfera per almeno 100 anni, e quindi l’aumento sarà incessante e irrimediabile, sebbene si possa pensare di dilazionarne gli effetti.

E’ dello scorso lunedì, poi, l’annuncio fatto dalla World Meteorological Organization, che ha spiegato come il 2014 abbia fatto registrare per il trentesimo anno di fila il record di concentrazioni di gas serra in atmosfera. Il livello di questi ultimi è cresciuto in maniera esponenziale, vanificando di fatto i risultati che avrebbe dovuto ottenere il Protocollo di Kyoto, stilato nel 1997 ed entrato in vigore nel 2005, dopo la ratifica di un numero maggiore di Paesi. Lo scorso anno sono stati registrati livelli medi di anidride carbonica pari a 397.7 ppm, arrivando anche fino 400 ppm nella prima parte del 2015.

buco dell'ozonoInfine, ma non in ordine di importanza, la notizia più allarmante: il buco dell’ozono, che per diversi tempo sembrava aver frenato il suo aumento, è tornato ad allargarsi. L’ozonosfera, che permette di trattenere i raggi UV, si assottiglia e, insieme alla produzione dei clorofluorocarburi, avvenuta soprattutto negli anni ’70, crea il famigerato buco dell’ozono. Nel periodo a cavallo tra gli 1970 e 1980, il buco aveva raggiunto un’ampiezza di 30 milioni di chilometri quadrati. La sospensione degli spray contenenti i CFC, portò ad una sua lenta e incostante diminuzione: nel 2006 arrivò a 23,5 milioni di chilometri quadrati, facendo ben sperare gli scienziati. Da poco, però, gli scienziati della NASA hanno nuovamente lanciato l’allarme. Pare, infatti, che il buco dell’ozono abbia iniziato a riaprirsi arrivando a 26 milioni di kmq. E’ anche vero che, un marginale allargamento è normale, dato che i CFC sono ancora presenti nell’atmosfera. Inoltre, secondo Michael Bittner, responsabile del Data Center mondiale per il telerilevamento dell’atmosfera (Wdc- Rsat), l’anomalia è data dal fatto che “alla fine di agosto l’aria calda che scendeva al Polo Sud si è interrotta e sopra l’Antartide si è instaurata una situazione di calma atmosferica, questo ha fatto si che entrassero in funzione i fenomeni che degradano lo strato di ozono”.

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