Gli esperti hanno potuto ricostruire il passato climatico di Marte grazie all’eruzione solare avvenuta l’8 marzo 2015
La NASA, in un briefing che si sta svolgendo in questi minuti, ha divulgato una nuova eccezionale scoperta relativa al Pianeta Rosso. Il Sole ha generato in passato (4,2 miliardi di anni fa) un’eruzione solare così potente da strappare via il campo magnetico di Marte, distruggendolo, frammentandolo, generando filamenti contorti e avvolti su se stessi. MAVEN (Mars Atmosphere and Volatile Evolution Mission) ha aiutato a rispondere ad una delle grandi domande relative all’atmosfera del pianeta: ha studiato il vento solare e ha scoperto che la risposta “is blowing in the wind” – spiegano gli scienziati NASA – tutto risiede appunto nel vento di particelle cariche generato dal Sole. La missione MAVEN è stata pensata per studiare il clima e si è concentrata sull’atmosfera che un tempo doveva essere più densa e spessa: perciò, che fine ha fatto?
Gli esperti hanno potuto ricostruire il passato climatico di Marte grazie all’eruzione solare avvenuta l’8 marzo 2015. Bruce Jakosky ed il suo team della University of Colorado hanno studiato i dati della missione MAVEN, ed hanno scoperto che il vento solare ha prodotto una rotazione del campo magnetico marziano così forte da scagliare via dall’atmosfera ioni della lunghezza di 5.000 km: una riproduzione in miniatura di ciò che è successo quando, nel passato, si è verificato il grande evento che ha spazzato via gran parte dell’atmosfera del pianeta. Inoltre un team della University of Colorado guidato da Nick Schneider ha scoperto, anche in questo caso grazie a MAVEN, negli strati più bassi dell’atmosfera, aurore (sotto forma di luce ultravioletta) molto simili a quelle che si verificano sulla Terra in corrispondenza dei poli: ulteriore dimostrazione del legame tra la crosta marziana ed il campo magnetico del pianeta. Si deve invece ad un team della University on Michigan, guidato da Stephen Bougher l’analisi della zona più esterna dell’atmosfera di Marte, che ne ha svelato variazioni nella temperatura.
Un’altra domanda alla quale si è risposto è il colore di Marte: un gruppo di scienziati della University of Colorado guidati da Laila Andersson, ha scoperto che le polveri arancioni che rendono opaca l’atmosfera del pianeta sono composte da granelli le cui dimensioni variano da 1 a 5 nanometri e che si trovano ad una quota così elevata (da 150 a 1.000 chilometri) da avere una probabile origine interplanetaria.
Per la prima volta sono state ottenute prove della perdita di atmosfera, un processo che ha avuto luogo in passato con un evento violento e che continua, anche se in misura minore, ancora oggi.