Le probabili cause dell’anomala ondata di calore che da giorni interessa gran parte dei paesi dell’Europa centro-occidentale
Nei mesi scorsi, in diversi articoli, vi avevo spiegato come il fenomeno di “El Niño”, ormai giunto nella fase di massima intensità sul Pacifico centro-orientale, poteva influenzare, seppur in maniera indiretta, l’andamento meteo-climatico, oltre che sul nord America, anche in Europa e lungo il bacino del mar Mediterraneo. Ipotesi ormai concretizzata da diverse settimane visto che il vecchio continente continua ad essere interessato da masse d’aria particolarmente calde per il periodo, mentre le masse d’aria più fredde provenienti dall’Artico groenlandese e norvegese rimangono relegate alle alte latitudini, fra il nord Atlantico e l’estremo settore settentrionale della penisola Scandinava.
Anche quest’ultima settimana è stata caratterizzata dal continuo ripetersi di anomale ondate di calore che avvettano masse d’aria piuttosto calde di origini sub-tropicali marittime fino al cuore del vecchio continente, dove solo ieri si sono misurate temperature massime davvero rilevanti per Novembre, con picchi che hanno raggiunto i +28°C +29°C all’ombra. Questa persistenza del caldo su gran parte del continente europeo, con anomalie termiche che superano punte di +3°C +5°C rispetto le medie stagionali su gran parte degli stati europei, è frutto del tipico pattern di “El Niño” che in queste settimane si è andato a collaudare fra il Pacifico settentrionale e il nord Atlantico. Tutto merito dei cosiddetti “fiumi troposferici” (cosi chiamati dai meteorologi statunitensi), ossia flussi di masse d’aria che dalla calda superficie oceanica si espandono lungo l’intera colonna troposferica.

Le forti anomalie termiche positive prodotte dal fenomeno di “El Niño” giunto nella fase di massima intensità sul Pacifico centro-orientale
La presenza di forti anomalie termiche positive sulla superficie del Pacifico nord-orientale, con valori di circa +2.5°C +3.0°C rispetto la tradizionale media climatologica, sta trasferendo alle masse d’aria sovrastanti un ingente quantitativo di calore latente che gradualmente sale fino all’alta troposfera. Giunte ad una certa altezza, quasi al limite con la stratosfera, queste masse d’aria molto calde, ma anche ricche di vapore acqueo, al traverso delle latitudini sub-tropicali, tendono a ridiscendere verso il basso (“Subsidenze atmosferiche”), andando ad alimentare la fascia anticiclonica, nota come “Cella di Hadley”, che solitamente insiste in questa zona. Quest’ultima, venendo supportata da questo “fiume troposferico” di aria particolarmente calda aspirata dalle calde acque superficiali del Pacifico orientale, molto più calde del normale, tende ad elongarsi lungo i meridiani, solitamente con due rami ascendenti più stretti del normale che si distendono al traverso della West Coast americana e dell’Atlantico orientale (davanti l’Europa occidentale), convogliando su queste aree anche intense onde di calore.
In sostanza la circolazione atmosferica lungo i meridiani, grazie all’intensa quantità di “energia termica” fornita dalla calda superficie dell’oceano Pacifico, risulta più vigorosa del normale, incentivando così le spinte verso le alte latitudini dei promontori anticiclonici sub-tropicali. Per cui quest’anno non c’è da stupirsi se spesso il robusto promontorio anticiclonico sub-tropicale sahariano sia riuscito a distendere i propri elementi più settentrionali fino all’estremo nord della Scandinavia, della Russia europea, e in qualche caso persino fin sul mar Glaciale Artico, saldandosi temporaneamente con le altre figure anticicloniche di origine polare. Negli ultimi cinque mesi, durante il rafforzamento del fenomeno di “El Niño”, giunto alla fase “strong”, questi “fiumi troposferici” in ascesa dalle caldissime acque superficiali del Pacifico tropicale orientale, specie dal tratto attorno le Hawaii, seguendo il meccanismo dinamico sopra descritto hanno contribuito a irrobustire e a rendere ancora più possenti i promontori anticiclonici legati alla “Cella di Hadley”, che dall’area caraibica e dell’Atlantico tropicale tende a spingersi ulteriormente verso latitudini più settentrionali, creando le tipiche configurazioni adatte alle grandi onde di calore.
Proprio come quella che più recentemente sta interessando gran parte dell’Europa occidentale e centrale, con interessamento pure del centro-nord Italia e dei vicini Balcani, dove solo ieri sono stati raggiunti valori di ben +28°C in Croazia. Parliamo di valori di ben +11°C +12°C superiori rispetto a quelle che dovrebbero essere le tipiche medie stagionali. Ondate di calore che con molta probabilità torneranno a ripresentarsi con una certa frequenza anche nei prossimi mesi. A dimostrazione di come gli eventi di “Niño” più forti, come quello di quest’anno, siano capaci di alterare la circolazione generale atmosferica su buona parte della Terra.